29 set 2006

Film Settembre

Dopo un Agosto senza cinema, Settembre si è rivelato un mese di revival (nel senso che ho rivisto un po' dei miei film preferiti), con qualche piacevole novità. Ecco l'elenco:

- Full metal jacket, S. Kubrick.
- Il grande Lebowsky, Cohen bros.

- E morì con un felafel in mano; R. Lowenstein.
- Pulp fiction, Q. Tarantino.

Non penso di dover commentare nessuno di questi film, essendo tutti pietre miliari della storia del cinema. Un solo appunto sui nuovi:

- Volver, il primo film di Almodovar che abbia mai visto. Secondo me è stato sopravvalutato. La storia non è niente di eccezionale e anche i personaggi non sono particolari come me li aspettavo. E' comunque un film piacevole, un po' malato in alcune parti, anche se secondo me poco verosimili. Bella l'ambientazione in un paesino spagnolo molto tradizionale.
- L'allenatore nel pallone, S. Martino: finalmente colmo una lacuna che non mi faceva onore. Non è proprio il mio genere di comicità, ma Linone Banfi lascia il segno. Mezzo soprana? No, tutta stronza!
- Hitch, A. Tennant: un filmetto piacevole. Esilarante la parte in cui il ciccione balla.

17 set 2006

Time is (not) on my side

Tutto pronto per il ritorno in Lussemburgo: valigia preparata, sveglia in leggero ritardo, partenza in orario. Però non si erano fatti i conti con la sfiga. Andare a Orio al Serio da Villa Guardia è un percorso infernale, ma alle 4 mattina uno pensa che 2 ore per percorrere gli 89 km siano più che abbastanza... e invece no! Incidente poco prima di immettersi sulla A8, sosta di un'ora e arrivo in aeroporto 8 minuti dopo la chiusura del check-in. Ovviamente aereo perso e partenza domani mattina. Stesso orario (magari con partenza anticipata, in una strada che per contrappasso sarà deserta), portafoglio più leggero di 70 Euro.

Menzione speciale a mia mamma, che ha percorso gli ultimi 40 km ad una velocità folle, sperando che una volontà di ferro fosse sufficiente a fermare le lancette dell'orologio.

8 set 2006

Smith, the fresh prince of Bel Air

Through the whole of his life he pursues the idea of a certain artificial and elegant repose which he may never arrive at, for which he sacrifices a real tranquillity that is at all times in his power, and which, if in the extremity of old age he should at last attain to it, he will find to be in no respect preferable to that humble security and contentment which he had abandoned for it. It is then, in the last dregs of life, his body wasted with toil and disease, his mind galled and ruffled by the memory of a thousand injuries and disappointments which he imagines he has met with from the injustice of his enemies, or from the perfidy and ingratitude of his friends, that he begins at last to find that wealth and greatness are mere trinkets of frivolous utility, no more adapted for procuring ease of body or tranquillity of mind, than the tweezer-cases of the lover of toys.
- Adam Smith