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9 ago 2007

Follow the white rabbit

That system is our enemy. When you're inside, you look around, what do you see? Businessmen, teachers, lawyers, carpenters. The very minds of people we're trying to save, but until we do, these people are still a part of that system and that makes them our enemy. You have to understand that most of these people are not ready to be unplugged. And many of them are so inert, so hopelessly dependent on the system that they will fight to protect it.

I know exactly what you mean. Let me tell you why you're here. You're here because you know something. What you know you can't explain, but you feel it. You've felt it your entire life. That there's something wrong with the world, you don't know what it is, but it's there. Like a splinter in your mind, driving you mad. It is this feeling that has brought you to me.
Do you know what I'm talking about?

8 set 2006

Smith, the fresh prince of Bel Air

Through the whole of his life he pursues the idea of a certain artificial and elegant repose which he may never arrive at, for which he sacrifices a real tranquillity that is at all times in his power, and which, if in the extremity of old age he should at last attain to it, he will find to be in no respect preferable to that humble security and contentment which he had abandoned for it. It is then, in the last dregs of life, his body wasted with toil and disease, his mind galled and ruffled by the memory of a thousand injuries and disappointments which he imagines he has met with from the injustice of his enemies, or from the perfidy and ingratitude of his friends, that he begins at last to find that wealth and greatness are mere trinkets of frivolous utility, no more adapted for procuring ease of body or tranquillity of mind, than the tweezer-cases of the lover of toys.
- Adam Smith

24 ago 2006

Burroughs

[...] i difettosi, condannati ma imbattuti, raggianti eroi che tentarono l'impossibile, attaccarono i baluardi del cielo, hanno tentato l'ultima chance nell'ultimo e più grande dei sogni umani, il pugile suonato che vien su dal tappeto per vincere per knockout, il cavallo che viene dall'ultima posizione per vincere in dirittura, assassini di Hassan i Sabbah, Signore degli Assassini, agenti di Humwawa, Signore degli Abomini, Signore della Decomposizione, Signore del Futuro, di Pan, Dio del Panico, del Buco Nero, dove nessuna legge fisica funziona, agenti di una Singolarità. Coloro che sono pronti a lasciare l'intera commedia umana e a entrare nell'ignoto senza uno scopo. Quelli che non hanno annusato queste braci fin dalla nascita, che cosa hanno a che fare con noi? Solo coloro che sono pronti a lasciarsi dietro tutto e tutti quelli che hanno mai conosciuto, hanno da arruolarsi. Nessuno che si arruoli sarà scartato. Nessuno può arruolarsi a meno che non sia pronto. [...] Chiunque vi si metta tra i piedi, AMMAZZATE. Avrete da ammazzare per uscire perchè questo pianeta è una colonia penale e a nessuno è permesso andarsene. Ammazzate le guardie e camminate.

- W. Burroughs, Strade morte

11 lug 2006

Andy Warhol

Ho appena finito il diario di Andy Warhol: grandissimo. Un personaggio incredibile, che ha dato forma all'arte, al design e alla pubblicità moderna. Assolutamente fuori da ogni schema, era pieno di ossessioni: lo sporco, la madre, i dolci, gli sprechi, la routine, la televisione, i soldi, la solitudine, le televendite.
Eppure era ricercatissimo dalle star, conosciuto in tutto il mondo e capace con il suo comportamento di influenzare il modo di pensare dell'epoca. Ha compreso la natura consumistica dell'era moderna, senza demonizzarla, ma semplicemente vivendola, amandola, dandole dignità artistica e sposando un videoregistratore.

Ecco alcune citazioni tratte da conversazioni a volte surreali, a volte ironiche, a volte inutili (ma sempre geniali, come quando parla per 23 pagine delle pulizie di casa):

- Cominciò così verso la fine degli anni Cinquanta la mia storia con la televisione, una storia che dura ancora oggi, che ne ho quattro in camera con cui giocare contemporaneamente. Ma non mi sono sposato fino al 1964, quando mi sono preso il primo registratore. Mia moglie. Il mio registratore ed io siamo sposati da dieci anni ormai. Quando dico "noi", voglio dire il registratore ed io. Molta gente non riesce a capirlo. L'acquisto del registratore ha posto fine a qualunque tipo di vita emotiva potessi avere, ma sono contento che sia andata così. Niente era più un problema, perchè l'unico problema potevva essere quello di avere un buon nastro, e quando l'unico problema è un buon nastro, non è più un problema. Un problema interessante era un nastro interessante.

- La mia moglie ideale dovrebbe portare a casa un bel po' di quattrini ed avere anche una TV privata.

- La cosa più bella di Tokyo è McDonald
La cosa più bella di Stoccolma è McDonald
La cosa più bella di Firenze è McDonald
A Pechino e a Mosca non c'è ancora niente di bello

- Quel che c'è di veramente grande in questo paese è che l'America ha dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero. [...] Una Coca è una Coca e nessuna somma di denaro ti può permettere una Coca migliore di quella che si beve il barbone all'angolo della strada. Tutte le Coche sono uguali e tutte le Coche sono buone. Liz Taylor lo sa, lo sa il Presidente, lo sa il barbone e lo sai anche tu.

- Il mio ideale sarebbe una piramide perchè non ti devi preoccupare del soffitto. Avresti una cosa in meno a cui pensare, una superficie in meno da guardare, una superficie in meno da pulire, una superficie in meno da imbiancare.

- Vorrei mettere su una catena di ristoranti, che chiamerei "Andymat: il ristorante per le persone sole". Ti prendi da mangiare e poi ti porti il vassoio in una cabina con la televisione.

- Comprare è molto più americano che pensare e io sono molto americano.

- La gente diceva che tentavo di plagiare i media quando fornivo contemporaneamente ai giornali storie diverse della mia vita. A me piaceva dare informazioni diverse a diverse riviste perchè era come mettere un segnale per rintracciare dove prendeva informazioni la gente. In quel modo, quando incontravo qualcuno, potevo sempre dire che giornali e riviste leggeva dalle cose che riportava come mie.

- E' stato proprio allora che si sono fatti vivi alcuni ragazzi, allo studio, chiedendomi del lavoro. Gli chiesi di trascivere e battere a macchina il mio romanzo. Gli ci è voluto un anno e mezzo per trascriverre una sola giornata! Adesso mi sembra una cosa incredibile perchè so che se si fossero impergnati almeno un po', sarebbe bastata una settimana. Mi capita ancora di ripensare a loro con ammirazione, perchè erano proprio riusciti a convincermi che battere a macchina era il lavoro più lento ed impegnativo del mondo.

12 giu 2006

Barcellona

Stò leggendo Omaggio alla Catalogna di Orwell. E' un reportage della sua partecipazione alla guerra di Spagna nel '36-'37 ed è uno dei libri più scorrevoli che ho letto. Ecco un passaggio che mi è piaciuto particolarmente e che rende in maniera vividissima l'atmosfera della città:

[...] l'aspetto di Barcellona era qualcosa che sconvolgeva e sopraffaceva. Era la prima volta che mi trovavo in una città dove la classe operaia era al potere. Praticamente ogni edificio di qualsiasi dimensione era stato occupato dai lavoratori e drappeggiato con bandiere rosse o con le bandiere rosse e nere degli anarchici; su ogni muro erano stati scribacchiati la falce e il martello con le iniziali dei partiti rivoluzionari; quasi ogni chiesa saccheggiata e le immagini sacre riarse. Qua e là le chiese venivano sistematicamente demolite da squadre di operai. Botteghe e caffè esibivano scritte che ne annunciavano la collettivizzazione; perfino i lustrascarpe erano stati collettivizzati e le loro cassette dipinte in rosso e nero. Camerieri e inservienti di negozio vi guardavano in faccia e vi trattavano alla pari. Forme servili o anche soltanto cerimoniose del parlare erano temporaneamente scomparse. Nessuno diceva Senor o Don o nemmeno Usted; ognuno chiamava gli altri compagno usando il tu e diceva Salud! Invece di Buenos dias. Qualsiasi mancia era proibita dalla legge […]. Non c’erano automobili private, erano state tutte requisite dall’autorità militare, e tutti i tram e tassì e gran parte degli altri mezzi di trasporto erano verniciati di rosso e nero. I cartelloni rivoluzionari, ovunque, fiammeggiavano sui muri in nitidi rossi e blu che facevano sembrare gli altri manifesti, pochi e superstiti, semplici chiazze di fango. Per la Ramblas, l’ampia arteria centrale di Barcellona dove fiumane di folla andavano e venivano senza posa, gli altoparlanti tuonavano rimbombanti canzoni rivoluzionarie per tutto il giorno e gran parte della notte […] si sentiva diffusa nell’aria una gran fiducia nella rivoluzione e nel futuro, l’impressione d’essere improvvisamente emersi in un’era di uguaglianza e di libertà. Gli esseri umani cercavano di condursi come essere umani e non come denti di una ruota nella macchina capitalistica. Nelle bandiere si vedevano dei cartelli anarchici (i barbieri erano quasi tutti anarchici) i quali spiegavano solennemente che i barbieri non erano più degli schiavi. Per le vie manifesti colorati s’appellavano alle prostitute affinché cessassero di fare le prostitute. [...]

29 mar 2006

Il viandante

Dal libro "Parole nomadi" di Umberto Galimberti (che non ho letto ancora, ma che è già in lista):

Usi e costumi si contaminano e, se "etica" vuol dire "costume", è possibile ipotizzare la fine delle nostre etiche, fondate sulle nozioni di proprietà, territorio e confine, a favore di un’etica che, dissolvendo recinti e certezze, va configurandosi come etica del viandante che non si appella al diritto, ma all’esperienza. Infatti, a differenza dell’uomo del territorio che ha la sua certezza nella proprietà, nel confine e nella legge, il viandante non può vivere senza elaborare la diversità dell’esperienza, cercando il centro non nel reticolato dei confini, ma in quei due poli che Kant indicava nel "cielo stellato" e nella "legge morale", che per ogni viandante hanno sempre costituito gli estremi dell’arco in cui si esprime la sua vita in tensione. Senza meta e senza punti di partenza e di arrivo, che non siano, come per Ulisse, punti occasionali, il viandante, con la sua etica, può essere il punto di riferimento dell’umanità a venire.


Fine dell’uomo giuridico a cui la legge fornisce gli argini della sua intrinseca debolezza, e nascita dell’uomo sempre meno soggetto alle leggi del paese e sempre più costretto a fare appello ai valori che trascendono la garanzia del legalismo. Il prossimo, sempre meno specchio di me e sempre più "altro", obbligherà tutti a fare i conti con la "differenza", come un giorno, ormai lontano nel tempo, siamo stati costretti a farli con il territorio e la proprietà. Fine del legalismo e quindi dell’uomo come l’abbiamo conosciuto sotto il rivestimento della proprietà, del confine e della legge, e nascita dell’uomo più difficile da collocare, perché viandante inarrestabile"

Come scrive Nietzsche: "Abbiamo lasciato la terra e ci siamo imbarcati sulla nave. Abbiamo tagliato i ponti alle nostre spalle. E non è tutto! Guardati innanzi! Ai tuoi fianchi c’è l’oceano: è vero non sempre muggisce, talvolta la sua distesa è come seta e oro e trasognamento della bontà. Ma verranno momenti in cui saprai che è infinito e che non c’è niente di più spaventevole dell’infinito. Oh quel misero uccello che si è sentito libero e urta ora nelle pareti di questa gabbia! Guai se ti coglie la nostalgia della terra. E non esiste più terra alcuna!".L’etica del viandante, che Ulisse per primo ha segnalato, avvia a questi pensieri. Sono pensieri ancora tutti da pensare. Ma il paesaggio da essi dispiegato è già la nostra instabile, provvisoria e incompiuta memoria.

12 mar 2006

Comunismo

Altra paginetta presa dal libro di Terzani. E' la parte conclusiva. Sfido chiunque a dire di aver letto un pensiero più lucido sul comunismo:

"Il comunismo, con la sua sacrilega aspirazione a cambiare l'uomo, ha ucciso milioni di uomini e ha, come un moderno Gengis Khan, seminato vittime di ogni tipo lungo il percorso della sua conquista. Eppure è anche vero che là dove non era al potere, ma restava come un alternativa d'opposizione (nei paesi dell'Europa Occidentale, per esempio), il comunismo non è stato solo distruttivo, ma anzi ha contribuito al progresso sociale della gente. Come sistema di potere, fondato sull'intolleranza e sul terrore, il comunismo doveva finire. Ma come idea di sfida all'ordine costituito? Come grido di battaglia di una diversa moralità, di una maggiore giustizia sociale? Che succederà ora che il mondo capitalista resta l'unica "specie" del suo genere? Che cosa succederà ora che tanti potenti, tronfi di vanagloria per aver vinto la guerra contro il comunismo, restano senza concorrenza, senza sfida, senza stimolo?"

12 feb 2006

Borges

"Non percepirò più l'universo, percepirò lo Zahir. Secondo la dottrina idealista, i verbi vivere e sognare sono rigorosamente sinonimi; di migliaia di apparenze, me ne rimarrà una; da un sogno molto complesso, passerò ad uno molto semplice. Altri sogneranno che sono pazzo; io sognerò lo Zahir"

"Quando tutti gli uomini della terra penseranno, giorno e notte, allo Zahir, quale sarà il sogno e quale la realtà, la terra o lo Zahir?"

Ognuno penso avrà il proprio Zahir. In questo momento ho ben chiaro il mio.
La citazione è da J.L. Borges, grande scittore e poeta argentino.

3 feb 2006

Internet??

Oggi ho messo nei segnalibri il blog di Luttazzi e neanche a farlo apposta, ha deciso di chiuderlo. In un intervista a Repubblica spiega perchè ed è una riflessione precisa e interessante:

"... è importante che la gente cominci ad uscire di casa. La televisione è un potente sedativo, internet e il blog sono un narcotico invincibile. Siamo confinati nelle casette e comunichiamo gli uni con gli altri, ma non incidiamo nel reale. E' importante uscire ed incidere..."

Manca a farlo apposta, stavo leggendo un libretto su "Tetsuo uomo d'acciaio", che riportava questo articolo di uno dei primi hacker italiani. Fa un po' il figo, ma in effetti è un altro ridimensionamento (forse doveroso) di internet:

"... lo so che per molti è impossibile concepire tutta la storia dell'esistenza umana precedente alla creazione dei cellulari, ma sappiate che è esistita anche un'era di grazia dove la gente viveva felice, lottava, amava, scopava, si sballava, ascoltava magnifico rock'n roll deviato, dagli Stooges a John Coltrane passando dai Germs fino agli Swans, parlava di rivoluzione, non immaginava l'avvento di Berlusconi, e riusciva perfettamente a vivere il futuro e stare sul cutting edge del borderline cyberpunk, pur senza stare wirata tutto il giorno on line..."

2 feb 2006

Choose life

Choose Life. Choose a job. Choose a career. Choose a family. Choose a fucking big television, choose washing machines, cars, compact disc players and electrical tin openers. Choose good health, low cholesterol, and dental insurance. Choose fixed interest mortgage repayments. Choose a starter home. Choose your friends. Choose leisurewear and matching luggage. Choose a three-piece suite on hire purchase in a range of fucking fabrics. Choose DIY and wondering who the fuck you are on a Sunday morning. Choose sitting on that couch watching mind-numbing, spirit-crushing game shows, stuffing fucking junk food into your mouth. Choose rotting away at the end of it all, pishing your last in a miserable home, nothing more than an embarrassment to the selfish, fucked up brats you spawned to replace yourself. Choose your future. Choose life... But why would I want to do a thing like that? I chose not to choose life. I chose somethin' else. And the reasons? There are no reasons. Who needs reasons when you've got heroin?

Ovviamente è Trainspotting (e mi ricorda molto Fight Club quando parlano dell'Ikea).