22 feb 2007

Moby Dick

Master of Puppets I'm pulling your strings
twisting your mind and smashing your dreams

Blinded by me, you can't see a thing

Just call my name, 'cause I'll hear you scream

Master, master

I Metallica? No, Andreotti. Senatore a vita, 88 anni, 7 volte Presidente del Consiglio, 21 volte ministro e ancora decisivo. Senza la sua astensione il Governo non sarebbe probabilmente caduto (quanti voti, oltre al suo, è ancora capace di mobilitare?) e ieri sera al posto di sorbirmi Vespa mi sarei guardato un DVD.

Per adesso, se dovessi proprio scommettere, punterei tutto su una nuova gamba di legno per il buon comandante Ahab piuttosto che sull'arpionamento della Balena Bianca.


"Che Craxi sia uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto alla ricerca di un bicchier d'acqua. Per due volte Andreotti glielo ha riempito o porto. E per due volte lui lo ha bevuto." - I. Montanelli

"A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto."
- G. Andreotti


"Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali."
- G. Andreotti

20 feb 2007

Furore

Ho appena finito di leggere "Furore" di John Steinbeck. Che dire, era da tempo che non mi capitava un libro del genere. Letto tutto di un fiato, in costante ansia per i protagonisti, è la storia (l'epopea) di una famiglia di contadini che lascia le sue terre e si muove verso la California, terra promessa che si rivelerà terra arida e inospitale. Non è un caso che continuo a ripetere la parola "terra". E' la base del racconto: origine, tradizione, mezzo di sostentamento, ma anche implacabile aguzzino, sordo alle preghiere dei poveri coloni, costretti alla fuga da una perdurante siccità e dal progresso, nella forma dal latifondo bancario e dalla temutissima trebbiatrice.
Un ritratto dell'America rurale degli anni Trenta, in piena Depressione, in cui la storia di una famiglia, i Joad, si intreccia con la Storia e con i continui intermezzi dell'autore. I valori semplici, la vita spartana e un ingenuo invito ad un comunismo dal tratto umano sono il corollario morale di quest'opera, sempre vivace anche se scritta in uno stile asciutto, scarno ma quanto mai efficace nel rendere atmosfera ed emozioni.

... gli uomini s'appoggiarono coi gomiti sulle staccionate e osservarono il granoturco rovinato, quasi secco ormai, con solo qualche strisciolina di verde sotto la pellicola di polvere. Gli uomini non parlavano e si muovevano appena. E le donne uscirono di casa e vennero a mettersi vicino ai loro uomini per sapere se era questa la volta che i loro uomini si sarebbero dati per vinti. [...]
Dopo un poco, i visi degli uomini perdettero la loro stupefatta perplessità ma acquistarono un'espressione dura, collerica, ostile. Allora le donne capirono che erano salvi, che gli uomini non si davano per vinti, e allora ardirono domandare: Cosa facciamo? e gli uomini risposero: Chi lo sa, ma le donne capirono che erano salvi [...] che nessun disastro era catastrofico se i loro uomini non si arrendevano.

... e da questo primo
noi trae origine un altro e maggiore pericolo, che è rappresentato dalla somma dei due termini "ho qualcosa da mangiare" e "non ho da mangiare". Se il totale dà "abbiamo qualcosa da mangiare", allora la valanga si avvia, il movimento prende una direzione.

11 feb 2007

Film Gennaio

Gennaio è stato un mese interessante: pochi classici ma tanti film del sottobosco cult.

- "C'era una volta in Messico", R. Rodriguez: pistolero! Un film che alla prima visione può sembrare solamente una serie di situazioni improbabili ma che più lo rivedi e più ti accorgi con piacere che è una serie di situazioni improbabili. Grandissimo Johnny Depp, perfetto agente della CIA (lo dice anche la sua maglietta) e contenuti speciali di Rodriguez che spiega come cucinare il suo piatto preferito. Frase memorabile pronunciata da uno dei mariachi: "l'uomo che non desidera nulla è invincibile, cabron".
- "Bernie", A. Dupontel: me lo ha passato una mia collega, sostenendo che dovevo assolutamente vederlo, visto che ha il titolo come il mio cognome. Storia allucinata di un tipo che esce da un orfanatrofio/manicomio e decide di trovare i suoi genitori. Raccontato come una fiaba o un cartone animato, ha dei momenti di follia e alcune situazioni abbastanza comiche. Carino ma troppo francese.
- "Clerks", K. Smith: stupendo!! Era da anni che lo volevo vedere, ma non riuscivo a trovarlo. Finalmente mi sono deciso a scaricarlo da internet e mi si sono aperti gli occhi. Girato con 25.000$ e con un set ridotto (2 negozi: una videoteca e un minimarket), è un concentrato di cinismo, comicità, cattiveria e personaggi improponibili. Il film racconta una giornata di due commessi, frustrati nel loro lavoro ma capaci di prendersi le loro rivincite a spese dei clienti. Ricordate: "just because they serve you, doesn't mean they like you".
- "Ogni maledetta domenica", O. Stone: un grandissimo Al Pacino e la regia di O. Stone danno vita ad un gran bel flm sul football americano. Incalzante la colonna sonora e commuovente il discorso negli spogliatoi. "Inch by inch, gentlemen".
- "La guerra lampo dei fratelli Marx", L. McCarey: dei fratelli Marx avevo già letto un libro e mi avevano entusiasmato. Il film è molto meno coinvolgente, ma dobbiamo tener conto che risale al 1933. Il non senso regna sovrano e alcune gag sono di prim'ordine. Andrebbe riguardato in inglese, ma cogliere tutti i giochi di parole e le incalzanti battute penso sia praticamente impossibile.
- "Cars", J. Lasseter: adesso capisco perchè il mio fratellino continuava a parlarne: è un film spaziale!! Bella la storia, non scontato il finale e gran ritmo nei momenti delle gare. Menzione d'onore a Luigi, il meccanico delle Ferrari.

5 feb 2007

... i bar di Madrid ...

Che bello andare per i bar di Madrid.
Non è come in Italia che si va in un posto e si fa la muffa lì. Qui si incomincia con una caña di cerveza ad un bar, per poi passare al successivo sempre bevendosi una cañita e così se ne percorrono molti (con evidente lentezza crescente nel cammino da un bar all'altro).
I bar sono pieni di gente che beve e parla, parla, parla, ma così tanto che mi chiedo che avranno da dirsi tutta la notte, ed intanto beve e si toma (mangia) le tapas, che è una cosa che a me piace un sacco. Si ordinano 2 o 3 piatti e ti portano un numero di forchette pari al numero di partecianti alle tapas (sembra un gioco) e così si mangia tutti dagli stessi piatti, come in Cina, in un'atmosfera molto conviviale. La cosa strana è che qui i "rifiuti" si gettano tranquillamente a terra...
E davvero Madrid è la città dei bar perchè credo che ci sia un bar per numero di abitanti superiore alla media d'Europa! Più o meno si può dire che ci sia un bar a persona! Bar-prosciutteria, bar-cervezeria, bar-cidreria, bar-preserata, pre-postserata, bar-vineria, bar-desayuno (colazioni), bar-tasca, bar-restaurante, bar belli, bar feissimi (orribili), bar storici, bar nuovi all'ultima moda, bar cari, bar barati (economici)... l'itañolo come lo chiamano qui si sta manifestando... Comunque bar ovunque, per tutti i gusti. E la cosa incredibile è che tutti sono sempre pieni. E' che qui la gente se la prende un pò più tranquillamente ed anche le donne si concedono un goccetto. Non ti addocchiano come ubriacona se ti fai una birra al giorno e nemmeno però si ha l'impressione triste del bianco sporco al bancone dei nostri bar.
La domenica a mezzogiorno poi la gente esce, soprattutto per la zone della Latina e del Rastro,il famoso mercato di Madrid, e si gode (ma davvero) il giorno del Signore! Tutti fuori, ma ad un orario che per mia madre sarebbe bestemmia, non prima delle 11-12, camminata, giretto, nuovo giro di tapas e aperitivi, ci si vive la città e la gente che in un giorno si riversa per le strade non di fretta, ma con il gusto della lentezza.