Poi mi sono spostato a Phnom Penh, la capitale. Qui non ho visitato troppo, perche' mi sono sentito poco bene, ma sono riuscito comunque a vedere la famigerata S-21, un ex scuola superiore, diventata il campo di prigionia ed interrogatorio in cui venivano rinchiusi i prigionieri dei Khmer Rouge in attesa di (sommario) giudizio e prima di essere inviati ai killing fields appena fuori la citta'. Veramente una cosa impressionante quello che e' successo nei 3 anni, 8 mesi e 20 giorni in cui Pol Pot e' stato al potere: circa 1.5 milioni di persone giustiziate (25% della popolazione), famiglie separate, abolizione della moneta, soppressione dei trasporti pubblici e privati, tutte le citta' completamente evacuate, completa conversione dell'economia alla produzione di riso...
Ovviamente l'America non e' estranea a tutto quello che e' successo. Per combattere il Vietnam hanno cominciato a bombardare anche la Cambogia e' questo ha permesso a Pol Pot di creare un fronte rivoluzionario di opposizione e di vincere la guerra civile. Una volta detronizzato il dittatore, poi, gli Stati Uniti hanno deciso che era meglio sostenere Pol Pot e disconoscere il nuovo governo, piuttosto che avere in Indocina un altro paese filo-vietnamita o comunque indipendente. In pratica la Cambogia ha dovuto aspettare 15 anni prima di venire riconosciuta dall'ONU e un processo serio per genocidio e' in atto solo da pochi anni. Nel frattempo Pol Pot e' morto nel suo letto...
(continuo nei prossimi giorni, quando torno dal trekking nella giungla!!)
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