14 mag 2006

Viaggiare

Giovedì ero in università per la tesi quando vedo un volantino mezzo staccato in bacheca: nel pomeriggio ci sarebbe stata una conferenza di Folco Terzani, il figlio del grande Tiziano. Ovviamente diventa la priorità della giornata e con grandi attese mi presento puntuale in aula.

Il tema era il viaggio e dopo un'introduzione del solito pedante professore, prende la parola Folco che per quasi due ore, come un cantastorie, ci affascina e sorprende. Inizia con la metafora della vita come viaggio (qualcosa di scontato, ma che invece è sembrato assolutamente fresco), raccontandoci degli ultimi anni di suo papà e del pensiero indiano. La vita si divide in tre parti:
- da bambino e ragazzo ti viene dato (sei allattato, vai a scuola, impari)
- da adulto devi dare (inizi a lavorare, fai una famiglia)
- da vecchio devi scoprire cosa c'è oltre la vita, indagare lo spirito

Ci ha poi parlato dei suoi viaggi. Fino a 16 anni ha vissuto in Asia e, dopo aver studiato a Cambridge, sente il richiamo del mondo e parte per l'India. Vive un anno con Madre Teresa a Calcutta, lavora con i lebbrosi e poi va in Amazzonia, sull'Himalaya, in America. Conosce i sadu indiani, che vivono di elemosina e vanno in giro nudi (capisci da quanto sono in cammino guardando la lunghezza dei loro capelli, che non tagliano mai). L'India è uno dei centri del misticismo e della spiritualità mondiali. L'umanità ha sviluppato due vie alla felicità: quella attraverso la materia e quella dello spirito. Immaginate una capanna con il tetto mezzo distrutto, che non riesce a coprire dalla pioggia. La via occidentale per risolvere il problema è costruire una nuova copertura, più resistente. L'indiano invece resterà sotto il temporale, convincendosi che l'essere bagnato non gli da fastidio!

Ha continuato con storie e aneddotti fantastici (ha vissuto per 2 anni sotto un albero, è stato in un monastero buddista, ha visto Cuba, dove il nostro corso di Macroeconomia si chiama Economia Imperialista, ...) e ha concluso con qualcosa che fa riflettere:

siamo in una situazione in cui i progressi e le tante cose che abbiamo ci fanno sentire confortati: stiamo sufficientemente bene da non sentire il bisogno di cercare oltre. A volte, guardando altre realtà e spostandoci in altri posto in cui siamo più esposti e vulnerabili (perchè alle prese con culture o lingue diverse, con pochi soldi e conoscenze) sviluppiamo una più acuta percezione della realtà e di noi stessi e in qualche modo ci portiamo ad uno stadio di benessere e consapevolezza superiore.

PS: su www.flickr.com/photos/bernandrea le foto del giro in Irlanda

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sto leggendo "pelle di leopardo" di terzani. il suo resoconto della guerra in Vietnam e della conquista ( o liberazione?) di saigon da parte dei soldati del Nord.
una sola parola: paura

Anonimo ha detto...

ero io ovviamente sopra