17 giu 2008

The Truman show

Torno adesso dalla partita dell'Italia, l'ennesima legnata data ai francesi. Sono stato per due giorni in Palestina, a Ramallah (la capitale della Cisgiordania), Nablus e Taybeh e devo dire che ne e' valsa assolutamente la pena. Adesso la situazione mi e' molto piu' chiara e ho capito da che parte stare.
La condizione dei Territori e' veramente drammatica. Sebbene il livello di vita sia piu' elevato di quello che comunemente si pensa (la maggior parte delle famiglie ha stipendi e case piu' che decenti, non ci sono baraccopoli e anche i campi dell'ONU non sono paragonabili a certi quartieri di Delhi o Marrakech), questi poveracci sono costretti a subire una violenza sistematica e senza scopo. Ogni giorno devono passare almeno 3-4 check point, con conseguente discesa dai mezzi, code sotto il sole, umiliazioni dai soldati, perdite di tempo.
Israele ha costruito il muro in modo da inglobare le sorgenti d'acqua, cosi' da avere il pieno controllo della regione. Puo' tagliare elettricita' ed acqua in ogni momento, alzare il prezzo della benzina, non far arrivare la posta e i rifornimenti dall'estero. Mancando porti e aeroporti, la Palestina e' dipendente dal suo peggior nemico, a cui devono anche chiedere il permesso per costruire nuove abitazioni o attivita' commerciali.
E poi nessuno ha un passaporto, per cui niente viaggi: in tanti non hanno mai visto Gerusalemme, distante 20 km, o il mare. E per aggiungere ulteriore fastidio, gli insediamenti dei coloni. Mentre sgombravano gli insediamenti di 8.000 coloni a Gaza, stavano costruendo 30.000 nuove abitazioni in Cisgiordania. In pratica il governo paga un salario e la casa a chi si stabilisce nei Territori, incentivando l'immigrazione di russi ed europei che non devono nemmeno lavorare. Costruiscono villaggi in cima alle colline, cosi' da essere costantemente in vista, strade per raggiungerli e li presidiano con l'esercito. Ovviamente le strade sono riservate agli israeliani e questo crea ancora altre divisioni all'interno della regione.

Doveva essere un giro per vedere i luoghi e le tradizioni degli ebrei e invece si sta' trasformando in un viaggio alla scoperta di cristiani e mussulmani del medio oriente. Domenica mi sono incontrato con un paio di preti del posto e oggi ho trovato un frate francescano dalla chiacchiera facile nella Basilica del Santo Sepolcro. Loro mi hanno fatto vedere il quartiere cristiano, spiegato un po' l'evoluzione di questa comunita' e mi han fatto parlare con un po' di gente.
L'impressione migliore l'ho pero' avuta dagli arabi mussulmani che ho trovato in Cisgiordania. Al mercato volevo un paio di pesche, ma loro le vendevano solo a chili, per cui me le hanno regalate. Nei caffe' si fermavano a salutarmi e per strada ti chiedono se ti sei perso e se ti possono essere utili. Sul taxi colletttivo per Nablus ho iniziato a parlare con il mio vicino, un palestinese della mia eta' e ho finito per passare con lui e i suoi amici tutta la giornata. Mi hanno invitato a casa loro, abbiamo fumato il narghile', giocato a carte, visto la partita dell'Europeo (un noiosissimo Germania-Austria1-0) e sono stato a casa loro a dormire. Sempre gentilissimi, non mi hanno mai fatto pagare nulla, mi hanno fatto vedere la citta' e portato in casa loro, senza chiedere niente in cambio. Mi hanno raccontato un bel po' di cose e veramente non posso non ammirare questa gente semplice, legata ad una terra veramente inospitale e costantemente sotto minaccia.

Vi lascio con una massima del tipo che vive in ostello. Al tedesco che gli faceva notare che il cesso perdeva acqua ha fatto notare che: "having water going out is better than having no water at all". Saggezza orientale.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

berna con le massime dei tizi degli ostelli mi stai viziando!

Anonimo ha detto...

ripeto: leggetevi chomsky sull'argomento palestina. Se siete filo-israeliani vi passa la voglia.
pessimismo e fastidio

Berna sempre più modello di vita

Anonimo ha detto...

L'ho già consigliato, ma "La rabbia del vento" è geniale