25 gen 2007

Riszard Kapuscinsky

Ieri è morto Ryszard Kapuscinsky, uno dei più grandi gionalisti/reporter del nostro tempo. Ho letto un paio di suoi libri e mi hanno veramente affascinato, pieni come sono di Storia e storie, di aneddoti e di leggende, di luoghi e di persone. Un incredibile e inarrivabile mix di preparazione, colpo d'occhio e totale immersione nei luoghi in cui soggiornava, rese con uno stile senza fronzoli e chiarissimo.
E' un modo di fare giornalismo che è forse definitivamente scomparso e che senz'altro da qualche decennio non va più di moda. Sui giornali sono sempre più rari reportage e notizie dall'altro mondo e soprattutto sono sempre di meno i corrispondenti dal posto, capaci di andare oltre alla cronaca, per raccontare le loro esperienze e dare un punto di vista indigeno.
Un altro grande se ne va unendosi agli altri grandi scomparsi negli ultimi 5 anni: Montanelli, Terzani, la Fallaci. Chiavi di interpretazione della realtà che mancano e saranno difficilmente sostituibili.

20 gen 2007

4.20

"My route must have been far from straight, for it seemed hours before I was free of the mirage-plant's pervasive influence... When I did get wholly clear I looked at my watch and was astonished to find that the time was only 4:20". Una citazione da Lovecraft che potrebbe essere all'origine di un modo di dire che forse non si conosce in Italia. Nello slang americano il numero 420 (pronuncia four-twenty) stà comunemente a significare la marijuana e tutto quello che vi è legato (essere sballato, consumarla, averne, ...). Il termine nasce negli anni Settanta, da un gruppo di studenti californiani che regolarmente si riunivano a quell'ora a fumare e da allora è cresciuto in popolarità, fino ad entrare nel gergo comune e in numerosi film o brani musicali.

Su http://en.wikipedia.org/wiki/420_(cannabis_culture) vari dettagli, ma vi segnalo alcune chicche (coincidenze o citazioni). Se vi siete incuriositi e ne trovate altre, postatele come commento:

- piu' di una volta, gli orologi in Pulp Fiction sono fermi alle 4.20;
- il primo attacco di batteria in Stairway to Heaven avviene dopo 4 minuti e 20 secondi;
- il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie ha sul cappello il numero 420;
- in una puntata andata in onda il 20 Aprile (4/20) 1999, Homer Simpson ricorda a Ned Flanders che Barney compie gli anni proprio il 20 Aprile. Nella stessa puntata, all'interno di un casinò, il jackpot segna $420.000;
- Bob Dylan scrive Rainy Day Women #12 & #35 (12 per 35 = 420), in cui il coro canta "everybody must get stoned";
- In Paradise City dei Guns N'Roses, il verso "where the grass is green" compare ai 4' e 20";
- Il muro che separava i Pink Floyd dal pubblico durante il tour The Wall era composto da 420 mattoni.

14 gen 2007

Attenti al morto!

Un articolo di Efraim Medina Reyes pubblicato su Internazionale del 21 Dicembre 2006. Secondo me è un mix tra Wu Ming, Snatch e Desperado. Un po' lungo, ma ne vale la pena:

"Ehi Zurdo, colpiscilo alla testa! Non senti, figlio di puttana, alla testa!", ripete Manni, sul punto di sgolarsi. Poi sussurra all'orecchio del suo assistente: "Che sta succedendo con questo maledetto morto?". Mentre parla gli scuote il braccio con violenza. "Che cazzo vuole questo figlio di puttana d'un morto?".

L'assistente di Manni sta per rispondere ma in quell'istante un merda! unanime fa tremare le gradinate. Manni, a bocca aperta, volge lo sguardo verso il ring. Sugli spalti c'è un breve momento di silenzio, e subito dopo una ragazza con i capelli tinti di rosso, una vecchia e due bambini cominciano a festeggiare.

Il "morto" rimane al centro del ring senza alzare le braccia e con lo sguardo fisso su Zurdo. Zurdo, il pupillo di Manni, giace sul tappeto, rigido come un tronco abbandonato sulla spiaggia. Nell'angolo del "morto" non si muove nessuno. Manni cerca di salire sul ring ma il suo enorme sedere rimane incastrato tra le corde e l'assistente deve spingerlo, suscitando le risate del pubblico. Manni scavalca Zurdo e tra proteste e spintoni mette il "morto" alle corde.

... continua (un altra cinquantina di righe)

8 gen 2007

Vade retro

Quando un cane mi si avvicina sembra che noti immediatamente la mia antipatia per la sua razza. Gira intorno, viene a controllare e percepisci una sorta di ostilità. Magari poi viene distratto da quelli che vogliono giocare con lui, però sa che sei li, ti cura.
Ecco, secondo me la città di Lussemburgo si comporta allo stesso modo. Nota l'ostilità e cerca di respingerti. Lo fa con la noia, il maltempo, la lingua, ma con me aggiunge anche l'aereo. Negli ultimi 5 viaggi tutto è andato bene solamente una volta. Per il resto solo lunghe odissee:

- 16 Settembre: mi sveglio un poco tardi, partiamo quasi in orario, ma un incidente nell'unico punto in cui può causare un blocco di 75 minuti ci impedisce di arrivare in tempo. Peccato per la sveglia alle 4 e per i 50 Euro del volo. Riprovo il giorno dopo;

- 17 Settembre: per precauzione mi sveglio alle 3.45, guidiamo velocissimi e arriviamo con grande anticipo. E' fatta? Neanche per sogno: sull'aeroporto di Francoforte cala la nebbia e ci fanno atterrare a Saarbrucken. Naturalmente io stavo ascoltando la musica e me ne sono accorto solo a terra, senza avere la minima idea di dove fosse Saarbrucken (cosa che tra l'altro ignoro ancora);

- 12 Novembre: partenza come al solito alle 4.15 e stranamente niente problemi fino a Milano. Poi si scatena l'inferno, con la Milano-Bergamo chiusa per lavori e nessuna indicazione comprensibile. Giriamo la periferia est di Milano, chiedendo informazioni ai più improbabili animali della notte, mia mamma si esalta nei sorpassi e miracolosamente arriviamo al check-in 10 minuti prima che chiuda. Adrenalinico.

- 1 Gennaio: visto che al mattino è problematico, meglio partire alla sera, direte voi. E questo è quello che si è provato a fare. Tutto sembra andare bene, ma verso le 21.00 le prima avvisaglie della maledizione si fanno vedere: nell'altra corsia una coda di quasi 10 chilometri per un incidente, sale la nebbia e sbagliamo l'uscita ad Orio (con mio papà che dopo il casello, ancora in autostrada, fa inversione a U e ferma una macchina nella direzione opposta per chiedere informazioni...). E infine le fatidiche parole del corvo (sempre mio papà): "con questa nebbia, speriamo che l'aereo parta".... Non l'avesse mai detto: l'aereo ha quasi due ore di ritardo, il che significa navetta persa a Francoforte e pernottamento in aeroporto fino alle 4.30. Provo a dormire sulle scomodissime sedie dell'area di attesa, riesco a chiudere gli occhi per un'oretta sul bus ed entro in casa alle 6.15. Una bella dormita di un'ora e mezza e poi fresco come una rosa in ufficio.... la prossima volta si va in treno.

5 gen 2007

Film Ottobre-Novembre-Dicembre

OTTOBRE:
-
"Hostel", E. Roth: uno dei film piu' brutti mai girati. Dialoghi e battute di livello elementare, horror di bassissima lega (quando c'è) e Tarantino che si è sporcato il nome sponsorizzandolo.
- "Il padrino (II)", F.F. Coppola.
- "Kill Bill (I)", Q. Tarantino.
- "Il dottor Stranamore", S. Kubrick.
- "Le conseguenze dell'amore", P. Sorrentino.

NOVEMBRE:
- "V per vendetta",
J. McTeigue: bel film, con una trama interessante e immagini carine, peccato che sia un'incompiuta. Vorrei leggere il fumetto da cui è tratto, perchè probabilmente colma alcune lacune. Di certo non è il nuovo Matrix, ma il genere dittatura dei media e poteri corrotti che confondono le masse mi piace sempre.
- "C'era una volta in America", S. Leone.
- "Viulentemente mia", C. Vanzina.
- "Face-off", J. Woo.

DICEMBRE
:
- "La fabbrica del cioccolato", T. Burton:
cattivo quasi come Mars attack!. Grande Tim!
- "Layer cake", M. Vaughn.
- "Alien", R. Scott: girato nel '79 è un capostipite della fantascienza. Posso solo immaginare che effetto abbia fatto appena uscito nelle sale. Il mostro compare solo un paio di volte, ma tiene in tensione costante per tutto il film. Scura al punto giusto la fotografia e ruolo fondamentale dei rumori di fondo. Agghiacciante;
- "Shogun", J. London.
- "Quarto potere", O. Welles.
- "The prestige", C. Nolan: la sorpresa del mese. Il trailer pubblicitario lasciava presagire qualcosa di bello, però è stato assolutamente superiore alle attese. Ambientato a Londra alla fine dell'800, racconta la storia di due maghi/illusionisti che si danno battaglia sul palcoscenico e nella vita reale. Pieno di colpi di scena, colpisce per i colori, i costumi e la
trama fitta e immaginosa. E' tutto imperniato su numerosi conflitti: l'abilità contro la presenza scenica, la magia contro l'ingegneria che ci stà dietro, la vita reale contro il palcoscenico, il tema del doppio. Se poi tra gli attori c'è anche David Bowie... abracadabra.