
- "Il ragazzo del palo elettrico", S. Tsukamoto: il primo film del regista. Anche questo è strano, visto che il protagonista è un ragazzo con un palo elettrico (di cartone) sulla schiena. Si trova nel futuro e scopre che il suo destino è di tenere accesa la lampadina dell'umanità contro una razza di vampiri. Matrix senz'altro ha copiato la scena in cui i vampiri producono energia da umani incoscienti chiusi in incubatrici.
- "Tetsuo II Bodyhammer", S. Tsukamoto: della trilogia è il meno riuscito. Sempre delirante, con esplosioni di colori, però rendeva meno degli altri. Forse anche perchè l'ho guardato a notte fonda, mi sono addormentato.
- "I 400 colpi", F. Truffaut: molto bello. Un altro esempio che i "classici" possono essere interessanti (per quel che mi riguarda non sempre è vero, però ultimamente mi piacciono più di prima). Il bambino protagonista è un attore fenomenale e dipinge la Parigi degli anni '50 in modo fantastico (soprattutto la scuola e i maestri). Belle le scene in cui si trova con il suo amico a fumare o quando parla delle prostitute.
- "H", L. Jong-Hyeok: bruttino. L'ho preso solo perchè il regista è coreano e la trama prometteva. Però a me i thriller non fanno impazzire.
- "Il mistero di Sleepy Hollow", T. Burton.
- "Lolita", S. Kubrick: avevo letto il libro e mi aveva affascinato molto. Pieno di un'ironia finissima e dalla bellissima scrittura. Purtoppo il film non mi è piaciuto altrettanto. Come per "Arancia Meccanica", il giudizio su Kubrick si ridimensiona un po'.
- "Plunkett & Macleane", J. Scott: capolavoro. Se cercate un'ambientazione Settecentesca, dialoghi memorabili, musica dance di gran classe e fuochi d'artificio, questo è il film che fa per voi.
- "The believer", H. Bean.
- "Lock & Stock", G. Ritchie: grande ambientazione e una storia scorrevole e girata stupendamente. L'hanno visto anche le mie sorelle e l'hanno apprezzato. Dai che le riporto sulla retta via...
- "Accattone", P.P. Pasolini: molto simile a "Mamma Roma" (che mi era piaciuto di più), ma mi sa che questo è lo stile di gran parte della sua produzione. Anche qui è trattato il tema della morte e del sottoproletariato romano. Pasolini amava questa "razza" di nullafacenti: ladruncoli, prostitute, papponi e accattoni. Riteneva fossero lo strato sociale più lontano dalla tentazione/corruzione piccolo borghese e li ritrae in effetti alla grande, con immagini sempre sovraesposte (un bianco cinereo pervade le scene), degrado e dialoghi amaramente ironici (sempre in romanesco). Con il boom economico questo popolo scompare, vittima di quello che lui definisce un genocidio.
- "The Boondock Saints", T. Duffy: era da tanto che puntavo questo film. L'inizio è molto bello, ma poi non riesce a darsi un'identità, sospeso tra il farsesco e l'action-movie. Tranne i primi 20 minuti, non è consigliato.
- "Volevo solo dormirle addosso", E. Cappuccio: consigliato da Braga, si è rivelato figo. Il protagonista fa il lavoro di mio papà (che in effetti stima molto questo film) e la storia è portata avanti bene. Ci sono una serie di personaggi particolari e la Capotondi dona veramente fascino al tutto.