
E' senz'altro una cultura affascinante, che proprio per questo genera discussione. Intanto sono il popolo eletto (come pure lo era la razza ariana), rispondono a leggi apparentemente assurde e a chi fa notare le contraddizioni, rispondono con la ripetizione.
Il film mette in mostra il continuo processo di astrazione e assolutizzazione della loro cultura/religione. E' emblematico il fatto che non abbiano una terra o lavori in cui si costruisce qualcosa, ma sono lontani dal concreto, rivolti alla finanza o ai media. Non c'è relativismo: la Torah è verità assoluta, viene da Dio, quindi non la si può toccare e tutto ciò che dice è da seguire alla lettera. E così non possono accostare carne e latte, accendere la televisione o rispondere al telefono di sabato e rappresentare Dio
Comunque la parte del film che ho preferito sono i flashback sull'infanzia del protagonista (un ragazzo ebreo dalla vivace cultura, che dopo aver studiato le Sacre Scritture si affilia a gruppi neonazisti). Interrogato dal maestro sul significato del sacrificio di Isacco da parte di Abramo, regala un'interpretazione sconvolgente:
Dio non risparmia Isacco per benvolenza, ma il suo scopo era solo annichilire Abramo e dimostrare la sua superiorità: "sono talmente potente che posso sottometterti a mio piacimento e perfino farti uccidere il figlio che ami".
Nessun commento:
Posta un commento