26 dic 2007
25 ott 2007
Buona sorte? 1000$
Dovete sapere che il Gange e' un fiume molto inquinato. Solitamente una quantita' di 500 batteri coliformi (delle feci) per 100 ml e' considerato il valore soglia per poterci fare il bagno. Bene, qui si parla di circa 3.000.000 per 100 ml (non so i dati per l'Olona, ma e' senz'altro di meno). E' quindi piuttosto sconsigliato bersi anche solo un sorso di quest'acqua e una persona normale cerca di starci alla larga il piu' possibile. Io invece me ne sono bevuto 2 bicchieri e praticamente da ieri non mi sono mosso dal letto se non per andare in bagno....
In pratica una sera stavo camminando vicino al fiume quando vedo in un tempio una strana cerimonia. C'era della musica, incenso, qualche santone e mi sono messo a guardare. Questi hanno apprezzato la mia curiosita' e discrezione e hanno deciso di farmi partecipare. Peccato che l'ultima parte del rito prevedeva di bere 2 bicchieri di latte che sfortunatamente era latte in polvere reso liquido dall'acqua benedetta del fiume....
Oggi mi sono ripreso un po', ma purtroppo gli ultimi due giorni sono stati accorciati notevolmente. Peccato, perche' ero quasi riuscito a non aver niente per tre settimane...
Sono anche andato dall'indovino. Gli ho detto la data e il luogo di nascita e lui ha cominciato a raccontarmi il passato, presente e futuro. Ha iniziato benino: sei una persona intelligente, non ti senti troppo a tuo agio e altre semi banalita'. Poi ha provato con il futuro: a 35 anni trovero' la stabilita', mia moglie verra' da un posto ad Est di dove vivo, sara' una personalita' forte che cerchera' di comandarmi, divorziero' dopo vent'anni e diventero' un personaggio pubblico verso i 50. Tutto questo pero' se riusciro' a cancellare il maleficio che mi opprime, perche' altrimenti tra i 30 e i 45 anni avro' un paio di incidenti gravi, un figlio morira' e perdero' il lavoro. Gentilmente si e' offerto di fare qualcosa per me. Un portafortuna da 5.000 rupie o una cerimonia lunga 42 giorni al modico prezzo di 1.000 dollari. Ho scelto la cerimonia da 1.000 dollari.
In pratica una sera stavo camminando vicino al fiume quando vedo in un tempio una strana cerimonia. C'era della musica, incenso, qualche santone e mi sono messo a guardare. Questi hanno apprezzato la mia curiosita' e discrezione e hanno deciso di farmi partecipare. Peccato che l'ultima parte del rito prevedeva di bere 2 bicchieri di latte che sfortunatamente era latte in polvere reso liquido dall'acqua benedetta del fiume....
Oggi mi sono ripreso un po', ma purtroppo gli ultimi due giorni sono stati accorciati notevolmente. Peccato, perche' ero quasi riuscito a non aver niente per tre settimane...
Sono anche andato dall'indovino. Gli ho detto la data e il luogo di nascita e lui ha cominciato a raccontarmi il passato, presente e futuro. Ha iniziato benino: sei una persona intelligente, non ti senti troppo a tuo agio e altre semi banalita'. Poi ha provato con il futuro: a 35 anni trovero' la stabilita', mia moglie verra' da un posto ad Est di dove vivo, sara' una personalita' forte che cerchera' di comandarmi, divorziero' dopo vent'anni e diventero' un personaggio pubblico verso i 50. Tutto questo pero' se riusciro' a cancellare il maleficio che mi opprime, perche' altrimenti tra i 30 e i 45 anni avro' un paio di incidenti gravi, un figlio morira' e perdero' il lavoro. Gentilmente si e' offerto di fare qualcosa per me. Un portafortuna da 5.000 rupie o una cerimonia lunga 42 giorni al modico prezzo di 1.000 dollari. Ho scelto la cerimonia da 1.000 dollari.
22 ott 2007
Dead men
Finalmente sono arrivato a Varanasi, in cui staro' fino alla fine del viaggio. E' una citta' antica, protesa sul Gange, che scorre maestoso e larghissimo. Sembra quasi un lago e crea uno scenario davvero suggestivo. Una delle due rive e' completamente disabitata, visto che viene completamente sommersa durante la stagione dei monsoni. Quindi niente vegetazione, luci, ponti o costruzioni e questo crea un gran contrasto l'altra riva, in cui immense scalinate si immergono nel fiume sacro. Il fiume e' il vero centro della citta', pieno di vita e di attivita'. Si stima che circa 60.000 persone ogni giorno vadano a fare il bagno rituale, mentre innumerevoli altre lavano i vestiti, rinfrescano mandrie di bufali, fanno conversazione, massaggi, yoga o bruciano cadaveri....
Ci sono due crematori, alle due estremita' della citta' e i corpi vengono bruciati su pire di legna proveniente da una foresta considerata sacra. Per ogni corpo servono circa 250 kg di legno pregiato, che costa fino a 3 Euro al kg. Quindi anche qui, come spesso accade, la religione si mischia agli affari. Gli indu pensano che morire a Varanasi e disperdere le proprie ceneri nel Gange possa porre immediatamente fine al ciclo di morte e rinascita, per cui moltissimi vecchi e ammalati vengono qui in attesa di tirare le cuoia...
La scena e' abbastanza cruenta, visto che dopo un primo strato di legna, viene deposto il corpo, che in precedenza e' stato lavato nel Gange e coperto da un lenzuolo. Dopo aver aggiunto altra legna, un membro della famiglia prende la fiamma sacra di Shiva (un fuoco che si ritiene stia bruciando da 3.000 anni ininterrottamente) e fa partire il tutto. Ogni cremazione dura circa 3 ore, ma dopo poco si cominciano a vedere i piedi o la testa spuntare fuori, completamente intatti, mentre il resto del corpo sta bruciando. Uno spettacolo assolutamente strano, ma affascinante e completamente inusuale. Come dicono loro: "burning is learning". Guardare la morte ci fa capire che dobbiamo morire e quindi vivere di conseguenza.
Ma non tutti possono essere cremati sulla spiaggia. Se rientrate in una delle seguenti 5 categorie, per voi c'e' una semplice pietra al collo e un immersione nel mezzo del fiume: 1) donne incinte, 2) bambini sotto i 5 anni, 3) morti a causa del cobra, 4) santoni riconosciuti, 5) lebbrosi.
Ieri ho conosciuto 2 irlandesi e una geisha giapponese. Gli irlandesi sono simpatici e parlano un inglese spaziale, per cui e' divertente andare in giro con loro. Abbiamo affittato una barca e siamo stati per un paio d'ore in giro sul fiume. Impagabile!
Ci sono due crematori, alle due estremita' della citta' e i corpi vengono bruciati su pire di legna proveniente da una foresta considerata sacra. Per ogni corpo servono circa 250 kg di legno pregiato, che costa fino a 3 Euro al kg. Quindi anche qui, come spesso accade, la religione si mischia agli affari. Gli indu pensano che morire a Varanasi e disperdere le proprie ceneri nel Gange possa porre immediatamente fine al ciclo di morte e rinascita, per cui moltissimi vecchi e ammalati vengono qui in attesa di tirare le cuoia...
La scena e' abbastanza cruenta, visto che dopo un primo strato di legna, viene deposto il corpo, che in precedenza e' stato lavato nel Gange e coperto da un lenzuolo. Dopo aver aggiunto altra legna, un membro della famiglia prende la fiamma sacra di Shiva (un fuoco che si ritiene stia bruciando da 3.000 anni ininterrottamente) e fa partire il tutto. Ogni cremazione dura circa 3 ore, ma dopo poco si cominciano a vedere i piedi o la testa spuntare fuori, completamente intatti, mentre il resto del corpo sta bruciando. Uno spettacolo assolutamente strano, ma affascinante e completamente inusuale. Come dicono loro: "burning is learning". Guardare la morte ci fa capire che dobbiamo morire e quindi vivere di conseguenza.
Ma non tutti possono essere cremati sulla spiaggia. Se rientrate in una delle seguenti 5 categorie, per voi c'e' una semplice pietra al collo e un immersione nel mezzo del fiume: 1) donne incinte, 2) bambini sotto i 5 anni, 3) morti a causa del cobra, 4) santoni riconosciuti, 5) lebbrosi.
Ieri ho conosciuto 2 irlandesi e una geisha giapponese. Gli irlandesi sono simpatici e parlano un inglese spaziale, per cui e' divertente andare in giro con loro. Abbiamo affittato una barca e siamo stati per un paio d'ore in giro sul fiume. Impagabile!
19 ott 2007
Francesi, non solo Zidane
Ieri ho conosciuto due che hanno capito tutto della vita. Sono una coppia di francesi, 28 anni lui e 32 lei. Lavorano in montagna, in una stazione sciistica, uno fa il cuoco, l'altra la commessa. In pratica lavorano solo i sei mesi invernali, tutti i giorni e il loro datore di lavoro gli lascia l'alloggio e da mangiare. Quindi hanno sei mesi di vacanza all'anno e, sommando il fatto che non hanno una casa o dei figli e che quando lavorano non spendono niente, vanno in giro per il mondo per 180 giorni all'anno. Fanno un paio di settimane dalle rispettive famiglie, dopodiche' prendono il loro furgoncino (la loro casa) e cominciano a girare l'Europa (Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca, Croazia, i posti un po' meno cari, insomma) e tutto il resto (quest'anno un mese in Venezuela e uno qui in India, senza furgone, ovviamente...). Viaggiando un po' si trovano veramente persone particolari e mi sto accorgendo che tra tutti quelli con cui ho parlato sono quello che si ferma per meno tempo. Due americane, per esempio, finita l'universita' hanno lavorato per 3 anni, si sono licenziate e sono andate per 5 mesi ad insegnare inglese in Thailandia. Adesso sono 8 mesi che sono in giro per l'Asia.... diciamo che una delle domande piu' frequenti che senti fare agli ostelli e': "ma oggi che giorno e'?"
Detto questo, un aggiornamento su dove sono. Dopo aver cercato di vedere da lontano l'Himalaya (8 ore di pullman per arrivare in cima ad una montagna, e trovare nient'altro che nuvole...) l'altro ieri ho lasciato Rishikesh (ormai non posso piu' fare a meno della lezione mattutina di yoga) e sono tornato a Delhi. Solo una sosta per la notte, perche' la citta' e' brutta e sporca (anche rispetto agli standard indiani) e oggi sono arrivato a Varanasi, la citta' santa per eccellenza. Sono nel pieno di un festival che dura da 7 giorni e si concludera' domenica. Si celebra Durga, dea guerriera che cavalca un leone ed una delle mogli di Shiva.
Ho anche fatto un bel po' di compere. Un paio di cose sono veramente superbe: un tappeto in seta del Kashmire e una serie di Mandala nepalesi (disegni raffiguranti la ruota della vita o motivi ricorrenti usati per la meditazione buddista).
Detto questo, un aggiornamento su dove sono. Dopo aver cercato di vedere da lontano l'Himalaya (8 ore di pullman per arrivare in cima ad una montagna, e trovare nient'altro che nuvole...) l'altro ieri ho lasciato Rishikesh (ormai non posso piu' fare a meno della lezione mattutina di yoga) e sono tornato a Delhi. Solo una sosta per la notte, perche' la citta' e' brutta e sporca (anche rispetto agli standard indiani) e oggi sono arrivato a Varanasi, la citta' santa per eccellenza. Sono nel pieno di un festival che dura da 7 giorni e si concludera' domenica. Si celebra Durga, dea guerriera che cavalca un leone ed una delle mogli di Shiva.
Ho anche fatto un bel po' di compere. Un paio di cose sono veramente superbe: un tappeto in seta del Kashmire e una serie di Mandala nepalesi (disegni raffiguranti la ruota della vita o motivi ricorrenti usati per la meditazione buddista).
15 ott 2007
(Valder)Rama
Tutto procede bene. Ho lasciato Pushkar con un po' di rammarico, perche' e' veramente incantevole. L'idea era di andare verso la fonte del Gange, a 4100 metri, appena al di sotto dell'Himalaya. Purtroppo pero' ci vuole troppo tempo e visto che ho gia' prenotato l'aereo per Varanasi, devo lasciar perdere. Mi dispiace parecchio, perche' ormai ci avevo fatto il pensiero...
Sono comunque in un posto che sembra interessante: Rishikesh, a meta' strada tra Delhi e il Nord. E' in questa piccola citta' sulle rive del Gange che i Beatles vennero a stare per un paio di mesi in cerca di ispirazione. E' un'altra delle citta sacre indu' e qui il fiume scorre rapido ed e' ancora relativamente pulito. E' tutto pieno di templi, ashram (specie di scuole di yoga e meditazione, in cui si puo' stare a dormire e a mangiare in modo molto semplice) ed e' considerata la capitale mondiale dello yoga.
Domani mattina comincio a fare qualche lezione. Oggi ero troppo stanco dal viaggio di 12 ore in autobus in notturna. Ancora una volta trovo una "famiglia" di indiani in viaggio. Erano circa una trentina e stavano andando al funerale di un loro membro. In segno di lutto tutti i maschi avevano i capelli rasati, ad eccezione di un piccolo ciuffo sulla nuca. Il problema e' che erano in 30 dove ce ne sarebbero stati al massimo una ventina, per cui c'erano bambini per terra, sui genitori, sotto i sedili, gente che cercava di spiegarsi, discussioni... e' incredibile pero' come nessuno si lamentasse. Anche chi e' stato 12 ore sdraiato per terra in mezzo agli avanzi del mangiare, non ha fiatato. E' lo stesso che succede con il traffico o con i ritardi dei vari autobus: nessuno se la prende. Comunque sono sempre amichevoli. Mi hanno offerto il loro mangiare e i bambini ti guardano sempre con curiosita'. Gli ho comprato un po' di caramelle e sono diventato uno di loro...
...forse mi sono messo in trappola da solo. Vengo da Pushkar, sto' in Rishikesh e andro' a Varanasi. Praticamente 15 giorni a mangiare vegetariano... speriamo faccia bene. Oggi intanto mi sono fatto la barba. Avevo pensato di non tagliarmela fino al ritorno, ma stava diventando imbarazzante...
Sono comunque in un posto che sembra interessante: Rishikesh, a meta' strada tra Delhi e il Nord. E' in questa piccola citta' sulle rive del Gange che i Beatles vennero a stare per un paio di mesi in cerca di ispirazione. E' un'altra delle citta sacre indu' e qui il fiume scorre rapido ed e' ancora relativamente pulito. E' tutto pieno di templi, ashram (specie di scuole di yoga e meditazione, in cui si puo' stare a dormire e a mangiare in modo molto semplice) ed e' considerata la capitale mondiale dello yoga.
Domani mattina comincio a fare qualche lezione. Oggi ero troppo stanco dal viaggio di 12 ore in autobus in notturna. Ancora una volta trovo una "famiglia" di indiani in viaggio. Erano circa una trentina e stavano andando al funerale di un loro membro. In segno di lutto tutti i maschi avevano i capelli rasati, ad eccezione di un piccolo ciuffo sulla nuca. Il problema e' che erano in 30 dove ce ne sarebbero stati al massimo una ventina, per cui c'erano bambini per terra, sui genitori, sotto i sedili, gente che cercava di spiegarsi, discussioni... e' incredibile pero' come nessuno si lamentasse. Anche chi e' stato 12 ore sdraiato per terra in mezzo agli avanzi del mangiare, non ha fiatato. E' lo stesso che succede con il traffico o con i ritardi dei vari autobus: nessuno se la prende. Comunque sono sempre amichevoli. Mi hanno offerto il loro mangiare e i bambini ti guardano sempre con curiosita'. Gli ho comprato un po' di caramelle e sono diventato uno di loro...
...forse mi sono messo in trappola da solo. Vengo da Pushkar, sto' in Rishikesh e andro' a Varanasi. Praticamente 15 giorni a mangiare vegetariano... speriamo faccia bene. Oggi intanto mi sono fatto la barba. Avevo pensato di non tagliarmela fino al ritorno, ma stava diventando imbarazzante...
12 ott 2007
Una moglie basta e avanza
Oggi e' il secondo giorno che sono a Pushkar, una delle citta' piu' sacre dell'India. E' un po' fuori dalla rotta turistica tradizionale, ma ci vengono un mare di hippie e finto rasta. E' una cittadina abbastanza piccola, piena di vicoli, bazar e templi, che circonda il lago santo. E' riverita da tutti gli indu' perche' ci si trova l'unico tempio dedicato a Brahma.
Il mito narra che tutti gli dei stessero deridendo Brahma, il Dio creatore, per non avere nessun tempio sulla Terra. Il poveraccio fa allora cadere un fiore di loto, da cui scaturisce il lago intorno al quale si sviluppera' la citta'. E fin qui abbiamo spiegato la sacralita' del posto, ma perche' l'unico tempio di Brahma e' proprio qui? Naturalmente appena si forma il lago viene costruito un tempio in onore del dio, che decide quindi di santificarlo con una cerimonia sacra (Puja). Affinche' sia di buon auspicio, bisogna pero' rispettare il rituale, che prevede la presenza della moglie e un certo orario. Impaziente come non mai, Brahma decide di iniziare subito, ma la moglie (Sarasvati) lo lascia solo, sostenendo che non e' ancora il momento giusto. Poco male, perche' il dio manda uno dei suoi servitori (Indra, il dio del fuoco) a rapire una donna del villaggio, la sposa e celebra il rito di inaugurazione. Chiaramente appena Sarasvati lo viene a sapere si inquieta non poco e scaglia una maledizione: la cattiva sorte tocchera' qualunque altro tempio sara' costruito in onore di Brahma.
Il carattere sacro della citta' si vede in moltissime cose: non si mangia carne, non si vendono alcolici, la gente nei negozi ti parla dei miti indu e soprattutto al mattino e al tramonto la gente si lava e prega nelle acque del lago.
Io sono in un alberghetto fantastico, veramente spartano ma pulito e con una vista spaziale sul lago e sulle scalinate che vi si immergono. Come e' consuetudine, sul tetto c'e' un piccolo ristorante, tavolini e sedie che valgono il prezzo del biglietto. Biglietto che costa meno di 3 euro tutto compreso, tranne il bagno che e' in comune...
Oggi per la gioia del Taba ho incontrato anche i trecciolini. Gli ebrei sono una moltitudine qui in India, visto quanto poco costi viaggiarci e le consuetudini alimentari molto simili. Stasera devono prepararsi per il Sabato, ma magari li incontro di nuovo. Uno era anche interessato al mercato azionario (e non poteva ricevere consigli da persona piu' qualificata, direi) mentre l'altra mi ha suggerito il prossimo posto dove andare: Rishikesh.
Rimango ancora un paio di giorni a Pushkar perche' e' incantevole, ma non continuo il giro del Rahajastan che, per il resto, mi ha impressionato poco. Quindi cambio programma e mi sposto a Nord, cercando di andare verso le grandi montagne e il fresco (da 6 giorni ormai siamo a temperature intorno ai 35 gradi, fortunatamente molto secco).
Il mito narra che tutti gli dei stessero deridendo Brahma, il Dio creatore, per non avere nessun tempio sulla Terra. Il poveraccio fa allora cadere un fiore di loto, da cui scaturisce il lago intorno al quale si sviluppera' la citta'. E fin qui abbiamo spiegato la sacralita' del posto, ma perche' l'unico tempio di Brahma e' proprio qui? Naturalmente appena si forma il lago viene costruito un tempio in onore del dio, che decide quindi di santificarlo con una cerimonia sacra (Puja). Affinche' sia di buon auspicio, bisogna pero' rispettare il rituale, che prevede la presenza della moglie e un certo orario. Impaziente come non mai, Brahma decide di iniziare subito, ma la moglie (Sarasvati) lo lascia solo, sostenendo che non e' ancora il momento giusto. Poco male, perche' il dio manda uno dei suoi servitori (Indra, il dio del fuoco) a rapire una donna del villaggio, la sposa e celebra il rito di inaugurazione. Chiaramente appena Sarasvati lo viene a sapere si inquieta non poco e scaglia una maledizione: la cattiva sorte tocchera' qualunque altro tempio sara' costruito in onore di Brahma.
Il carattere sacro della citta' si vede in moltissime cose: non si mangia carne, non si vendono alcolici, la gente nei negozi ti parla dei miti indu e soprattutto al mattino e al tramonto la gente si lava e prega nelle acque del lago.
Io sono in un alberghetto fantastico, veramente spartano ma pulito e con una vista spaziale sul lago e sulle scalinate che vi si immergono. Come e' consuetudine, sul tetto c'e' un piccolo ristorante, tavolini e sedie che valgono il prezzo del biglietto. Biglietto che costa meno di 3 euro tutto compreso, tranne il bagno che e' in comune...
Oggi per la gioia del Taba ho incontrato anche i trecciolini. Gli ebrei sono una moltitudine qui in India, visto quanto poco costi viaggiarci e le consuetudini alimentari molto simili. Stasera devono prepararsi per il Sabato, ma magari li incontro di nuovo. Uno era anche interessato al mercato azionario (e non poteva ricevere consigli da persona piu' qualificata, direi) mentre l'altra mi ha suggerito il prossimo posto dove andare: Rishikesh.
Rimango ancora un paio di giorni a Pushkar perche' e' incantevole, ma non continuo il giro del Rahajastan che, per il resto, mi ha impressionato poco. Quindi cambio programma e mi sposto a Nord, cercando di andare verso le grandi montagne e il fresco (da 6 giorni ormai siamo a temperature intorno ai 35 gradi, fortunatamente molto secco).
9 ott 2007
Scimmie
Oggi ho completato il mio campionario di animali: maiali, tori, pavoni, pappagalli, cobra, topi (nella bancarella da cui abbiamo preso da mangiare) ed elefanti (strani: hanno la pelle soffice e i capelli). Qui quasi tutti gli animali sono sacri, visto che ogni divinita' ne cavalca uno o si identifica con esso. Oggi per esempio siamo andati a visitare il Tempio delle Scimmie, su una collinetta, con (dicono) diecimila scimmie intorno. In effetti ce n'erano una bella quantita', intente a saltare sugli alberi, mangiare frutti dai passanti e spulciarsi a vicenda. Tutto questo si svolgeva a Jaipur, la seconda tappa del viaggio. Arrivarci e' stata un'epopea, visto che il pullman che doveva partire alle 10.30 e arrivare dopo 4 ore, e' partito intorno alle 13.30 e ce ne ha messe sette. Il motivo? Le prime due ore le abbiamo passate aspettando che finisse la partita di cricket, dopodiche' abbiano atteso che l'autobus fosse completamente pieno. Il resto lo hanno fatto le pessime condizioni delle strade.
Nell'attesa ho attaccato bottone con uno svizzero e alla fine siamo rimasti in contatto e oggi siamo andati in giro insieme e lo stesso faremo anche domani. Dopo ognuno per la sua strada e direi che e' meglio cosi' perche' mi stava un po' stancando. Abbiamo anche trovato un paio di inglesi con cui abbiamo appena finito di cenare. Il ragazzo e' appena stato licenziato, ha ricevuto un po' di soldi e ha deciso di spenderli viaggiando (e' comunque meno costoso che vivere a Londra), la ragazza ha invece preso un permesso di 4 mesi. Itinerario: India, Tailandia, Vietnam, Cambogia, Laos, Cine....
Ho conosciuto anche un indiano con cui sono uscito due sere fa. Era un tipo che lavorava nella guest house in cui stavo e che mi ha portato ad un festival in onore di Shiva. Ero probabilmente l'unico straniero in mezzo ad un mare di indiani ed ero forse la principale attrazione. Tutti volevano darmi la mano, le (poche) ragazze guardavano sorridevano e volevano parlare, mi offrivano le cose da mangiare.... mi chiedo perche' da noi non succede. Avrei le carte in regola per ben figurare anche in Italia e Lussemburgo....
Comunque, al ritorno, mi ha portato a vedere la zona in cui vive. Per arrivarci siamo passati in uno dei quartieri piu' poveri della citta': fogne a cielo aperto riempite di rifiuti, nessuna luce per strada, gente (bambini e donne inclusi) che dormiva di fianco ai maiali e circondata da cani randagi, polvere e sporco ovunque. Abbastanza impressionante.
Domani rimango a Jaipur e il giorno dopo parto per Ajmer.
Nell'attesa ho attaccato bottone con uno svizzero e alla fine siamo rimasti in contatto e oggi siamo andati in giro insieme e lo stesso faremo anche domani. Dopo ognuno per la sua strada e direi che e' meglio cosi' perche' mi stava un po' stancando. Abbiamo anche trovato un paio di inglesi con cui abbiamo appena finito di cenare. Il ragazzo e' appena stato licenziato, ha ricevuto un po' di soldi e ha deciso di spenderli viaggiando (e' comunque meno costoso che vivere a Londra), la ragazza ha invece preso un permesso di 4 mesi. Itinerario: India, Tailandia, Vietnam, Cambogia, Laos, Cine....
Ho conosciuto anche un indiano con cui sono uscito due sere fa. Era un tipo che lavorava nella guest house in cui stavo e che mi ha portato ad un festival in onore di Shiva. Ero probabilmente l'unico straniero in mezzo ad un mare di indiani ed ero forse la principale attrazione. Tutti volevano darmi la mano, le (poche) ragazze guardavano sorridevano e volevano parlare, mi offrivano le cose da mangiare.... mi chiedo perche' da noi non succede. Avrei le carte in regola per ben figurare anche in Italia e Lussemburgo....
Comunque, al ritorno, mi ha portato a vedere la zona in cui vive. Per arrivarci siamo passati in uno dei quartieri piu' poveri della citta': fogne a cielo aperto riempite di rifiuti, nessuna luce per strada, gente (bambini e donne inclusi) che dormiva di fianco ai maiali e circondata da cani randagi, polvere e sporco ovunque. Abbastanza impressionante.
Domani rimango a Jaipur e il giorno dopo parto per Ajmer.
7 ott 2007
Secondo giorno
L'inizio non e' stato dei migliori. Avevo il treno alle 6.20 per Bruxelles e diligentemente esco di casa alle 6.00. Lascio le chiavi di casa dentro, tanto cosa me ne faccio in giro e scendo, pronto all'avventura. E invece no, perche' la porta del palazzo e' chiusa e per uscire ho bisogno delle chiavi. Torno su di corsa, suono al campanello ma Dindelli, la persona con cui ho l'onore di abitare, non risponde. Continuo, ma la bestia non si sveglia. Per fortuna dopo 5 minuti sento qualcuno scendere le scale. E' una tipa che miracolosamente esce di casa alle 6 di mattina di un Sabato. Faccio appena in tempo a raggiungerla (lei e' al terzo piano e io al quinto) e sono finalmente fuori. Corsa fino alla stazione e poi tutto liscio fino a Delhi. Come compagno di aereo (e questa e' per il Gentili) mi capita un indiano che lavora per la Medtronic, in giro per l'Europa a fare conferenze... parliamo un po' ed e' solo il primo esempio di tanti indiani amichevoli.
Arrivato a Delhi nuovo contrattempo, perche' pensavo di prendere il treno subito e andare ad Agra. Tutto esaurito. Mi rifilano allora un biglietto del pullman ridicolmente caro: 2000 rupie al posto delle canoniche 400.... tra l'altro, che pullman: era tutto noleggiato da una famiglia in viaggio ed io ero l'unico estraneo. Si prendono bene e vado in giro tutto il giorno con loro.
Una volta ad Agra con solo un paio di ore di sonno sull'aereo (neanche fossi Braga a Porto), trovo il posto dove dormire (camera singola a 300 rupie... 6 Euro) e vado a vedere il Taj Mahal. Spettacolare, imponente e ben tenuto. E' in mezzo ad un parco e staresti a guardarlo per ore. Mette tranquillita', ma il sonno ha la meglio e torno in ostello (non ci sono le camerate ma chiamarlo albergo mi sembra eccessivo). La citta' non e' bella. Assomiglia tantissimo al Marocco. La' avevo trovato un paio di perle, speriamo che sia lo stesso anche qui. Per ora, tanta poverta', gente (tanta) che dorme per strada, sui marciapiedi, nei fossi. Vendono di tutto e sono sempre in giro a trasportare qualcosa sui tuc-tuc o nei loro tricicli a pedale. Cani randagi in giro ovunque, grossi ma con il ventre tiratissimo, simili a sciacalli. Ho gia' visto una bella quantita' di animali: scoiattoli, cani, scimmie, dromedari (alla gobba sono alti piu' di due metri), cani, vacche, vacche con una specie di sporgenza ossea sulla schiena, cani.
Stasera a letto presto e domani me la squaglio: vado a Jaipur, nel Rajastan e la cosa inizia a farsi interessante.
Arrivato a Delhi nuovo contrattempo, perche' pensavo di prendere il treno subito e andare ad Agra. Tutto esaurito. Mi rifilano allora un biglietto del pullman ridicolmente caro: 2000 rupie al posto delle canoniche 400.... tra l'altro, che pullman: era tutto noleggiato da una famiglia in viaggio ed io ero l'unico estraneo. Si prendono bene e vado in giro tutto il giorno con loro.
Una volta ad Agra con solo un paio di ore di sonno sull'aereo (neanche fossi Braga a Porto), trovo il posto dove dormire (camera singola a 300 rupie... 6 Euro) e vado a vedere il Taj Mahal. Spettacolare, imponente e ben tenuto. E' in mezzo ad un parco e staresti a guardarlo per ore. Mette tranquillita', ma il sonno ha la meglio e torno in ostello (non ci sono le camerate ma chiamarlo albergo mi sembra eccessivo). La citta' non e' bella. Assomiglia tantissimo al Marocco. La' avevo trovato un paio di perle, speriamo che sia lo stesso anche qui. Per ora, tanta poverta', gente (tanta) che dorme per strada, sui marciapiedi, nei fossi. Vendono di tutto e sono sempre in giro a trasportare qualcosa sui tuc-tuc o nei loro tricicli a pedale. Cani randagi in giro ovunque, grossi ma con il ventre tiratissimo, simili a sciacalli. Ho gia' visto una bella quantita' di animali: scoiattoli, cani, scimmie, dromedari (alla gobba sono alti piu' di due metri), cani, vacche, vacche con una specie di sporgenza ossea sulla schiena, cani.
Stasera a letto presto e domani me la squaglio: vado a Jaipur, nel Rajastan e la cosa inizia a farsi interessante.
5 ott 2007
Kali Yug
Se l'irragiarsi di mille soli
dovesse esplodere improvvisamente nel cielo,
sarebbe come lo splendore dell'Onnipotente...
Io diventero' Morte,
la distruttrice dei Mondi.
Secondo la cosmologia indiana siamo nella quarta e ultima era del mondo, il "Kali Yug". Un epoca di corruzione, conflitti, oscurità e disgregazione.
I re del Kali Yug saranno dediti alla corruzione e si impadroniranno dei beni dei loro sudditi, ma per la maggior parte avranno poteri limitati e la loro ascesa sarà rapida quanto la loro caduta. Quindi solo il possesso e la ricchezza conferiranno rango; la falsità sarà l'unico modo di prevalere nelle controversie. La corruzione sarà il mezzo di sussistenza universale.
Alla fine, incapace di sopportare la bramosia dei suoi re, il popolo dell'Era di Kali si rifugerà tra le montagne, indosserà vesti lacere e non potrà sfamare la propria progenie. Cosi' nell'Era di Kali contese e rovine si produrranno incessantemente, fino a portare la razza umana all'annientamento.
Che il viaggio abbia inizio.
dovesse esplodere improvvisamente nel cielo,
sarebbe come lo splendore dell'Onnipotente...
Io diventero' Morte,
la distruttrice dei Mondi.
Secondo la cosmologia indiana siamo nella quarta e ultima era del mondo, il "Kali Yug". Un epoca di corruzione, conflitti, oscurità e disgregazione.
I re del Kali Yug saranno dediti alla corruzione e si impadroniranno dei beni dei loro sudditi, ma per la maggior parte avranno poteri limitati e la loro ascesa sarà rapida quanto la loro caduta. Quindi solo il possesso e la ricchezza conferiranno rango; la falsità sarà l'unico modo di prevalere nelle controversie. La corruzione sarà il mezzo di sussistenza universale.
Alla fine, incapace di sopportare la bramosia dei suoi re, il popolo dell'Era di Kali si rifugerà tra le montagne, indosserà vesti lacere e non potrà sfamare la propria progenie. Cosi' nell'Era di Kali contese e rovine si produrranno incessantemente, fino a portare la razza umana all'annientamento.
Che il viaggio abbia inizio.
16 set 2007
King of the Bongo
Dal sito di Manu Chao, un articolo del Guardian sul Clandestino. Dei 10 punti, riporto i 5 che mi sono piaciuti di piu':
2) He crosses boundaries of race and class. The only other world-music album to have sold more than Chao's is Buena Vista Social Club. But, whereas that album's main appeal was to middle-class Europeans and Japanese, Chao's audience spans the social spectrum. He's the first artist since Bob Marley (who he reveres as his "professor in simplicity") to be a real pop star of the people - to have global reach.
3) He has revived the art of rebellious protest pop. Most pop stars who become politically engaged (from Sting to Tom Robinson) end up seeming worthy and dull, or else, like Bono and Bob Geldof, compromised by their hob-nobbing with politicians. But whether Chao is singing about the plight of immigrants on Clandestino, or Madrid prostitutes on Me Llaman Calle, or Baghdad on his superb new album La Radiolina, his humanity and lack of cynicism shine through. And they are all great, danceable tunes. It's political pop that is also a fiesta.
4) He has arranged some of the zaniest tours in pop history. One involved going by boat round all the ports of South America, but the most extreme was when he hired a train to tour war-torn Colombia in 1992, filling it with a rag-tag group of circus artists, punks and hippies, playing to peasants, guerrillas and narcotrafficantes. The tour split his punky, Clash-influenced band Manu Negra. His father, the journalist Ramon Chao, came along and wrote a book about the trip, Un Train de Glace et de Feu.
6) He doesn't play the industry game. Chao never toured to promote Clandestino. Music-biz types told him he should tour the US, but he decided to concentrate on South America. When he does play big shows he will often arrange smaller, unpublicised concerts to striking dockers, in prisons, or just in small bars. He never plans more than three months ahead, and turns down most interviews and all advertising work. He still busks regularly in the streets of Barcelona.
9) He has a streak of lunacy. Chao can do silly as well as political: his biggest hit, Bongo Bong, is a ditty about a bongo-playing monkey. After Manu Negra broke up, he found himself depressed and suicidal in Rio. A cow walked into the bar he was drinking in, and he says he was "saved by the tranquillity of the cow's eyes". His tour jacket has pictures of cow's eyes on it, and he says he understands why they worship cows in India, where he hopes to tour soon.
Versione completa dell'articolo:
http://www.manuchao.net/news/telegraph_co_uk/index.php
2) He crosses boundaries of race and class. The only other world-music album to have sold more than Chao's is Buena Vista Social Club. But, whereas that album's main appeal was to middle-class Europeans and Japanese, Chao's audience spans the social spectrum. He's the first artist since Bob Marley (who he reveres as his "professor in simplicity") to be a real pop star of the people - to have global reach.
3) He has revived the art of rebellious protest pop. Most pop stars who become politically engaged (from Sting to Tom Robinson) end up seeming worthy and dull, or else, like Bono and Bob Geldof, compromised by their hob-nobbing with politicians. But whether Chao is singing about the plight of immigrants on Clandestino, or Madrid prostitutes on Me Llaman Calle, or Baghdad on his superb new album La Radiolina, his humanity and lack of cynicism shine through. And they are all great, danceable tunes. It's political pop that is also a fiesta.
4) He has arranged some of the zaniest tours in pop history. One involved going by boat round all the ports of South America, but the most extreme was when he hired a train to tour war-torn Colombia in 1992, filling it with a rag-tag group of circus artists, punks and hippies, playing to peasants, guerrillas and narcotrafficantes. The tour split his punky, Clash-influenced band Manu Negra. His father, the journalist Ramon Chao, came along and wrote a book about the trip, Un Train de Glace et de Feu.
6) He doesn't play the industry game. Chao never toured to promote Clandestino. Music-biz types told him he should tour the US, but he decided to concentrate on South America. When he does play big shows he will often arrange smaller, unpublicised concerts to striking dockers, in prisons, or just in small bars. He never plans more than three months ahead, and turns down most interviews and all advertising work. He still busks regularly in the streets of Barcelona.
9) He has a streak of lunacy. Chao can do silly as well as political: his biggest hit, Bongo Bong, is a ditty about a bongo-playing monkey. After Manu Negra broke up, he found himself depressed and suicidal in Rio. A cow walked into the bar he was drinking in, and he says he was "saved by the tranquillity of the cow's eyes". His tour jacket has pictures of cow's eyes on it, and he says he understands why they worship cows in India, where he hopes to tour soon.
Versione completa dell'articolo:
http://www.manuchao.net/news/telegraph_co_uk/index.php
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Musica
21 ago 2007
Le porte della percezione
da Wikipedia:
L'LSD è un derivato dell'ergotina.
Fu scoperto nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann ed è basato sull'acido lisergico, che si trova nell'ergot, un fungo parassita della segale. Introdotto dalla Sandoz (ora Novartis) come farmaco psichiatrico venne successivamente bandito a causa dei suoi usi extra-clinici. Fino al 1966 la Sandoz forniva LSD gratuitamente agli scienziati interessati a sperimentarlo. Inizialmente trovò largo uso tra gli psichiatri e gli psicologici per la cura della schizofrenia. Molti test clinici vennero condotti con successo sul potenziale uso dell'LSD come componente di una psicoterapia psichedelica per curare autismo, depressione e alcoolismo. Nel frattempo i servizi segreti di vari paesi cominciarono a sperimentarne le potenzialità come sostanza per gli interrogatori, il controllo mentale e l'ingegneria sociale.
L'ergotamina è un alcaloide dell'ergot ed è una sostanza derivata dal fungo "Claviceps purpurea", parassita della segale e del frumento. Una piccola quantità di ergotamina è sufficiente a produrre LSD in grandi quantità. In condizioni ideali, da 25 chilogrammi di tartrato di ergotamina si possono ricavare 5-6 chilogrammi di LSD puro, che può essere trasformato in circa 100 milioni di dosi (una dose circa 50 microgrammi), sufficiente a coprire la domanda stimata di LSD di tutti gli Stati Uniti per un anno.
Innumerevoli sono i cantanti, attori, registi e scrittori che ne hanno fatto uso e ne hanno tratto ispirazione. Cosa vi ricorda Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles?
L'LSD è un derivato dell'ergotina.
Fu scoperto nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann ed è basato sull'acido lisergico, che si trova nell'ergot, un fungo parassita della segale. Introdotto dalla Sandoz (ora Novartis) come farmaco psichiatrico venne successivamente bandito a causa dei suoi usi extra-clinici. Fino al 1966 la Sandoz forniva LSD gratuitamente agli scienziati interessati a sperimentarlo. Inizialmente trovò largo uso tra gli psichiatri e gli psicologici per la cura della schizofrenia. Molti test clinici vennero condotti con successo sul potenziale uso dell'LSD come componente di una psicoterapia psichedelica per curare autismo, depressione e alcoolismo. Nel frattempo i servizi segreti di vari paesi cominciarono a sperimentarne le potenzialità come sostanza per gli interrogatori, il controllo mentale e l'ingegneria sociale.
L'ergotamina è un alcaloide dell'ergot ed è una sostanza derivata dal fungo "Claviceps purpurea", parassita della segale e del frumento. Una piccola quantità di ergotamina è sufficiente a produrre LSD in grandi quantità. In condizioni ideali, da 25 chilogrammi di tartrato di ergotamina si possono ricavare 5-6 chilogrammi di LSD puro, che può essere trasformato in circa 100 milioni di dosi (una dose circa 50 microgrammi), sufficiente a coprire la domanda stimata di LSD di tutti gli Stati Uniti per un anno.
Innumerevoli sono i cantanti, attori, registi e scrittori che ne hanno fatto uso e ne hanno tratto ispirazione. Cosa vi ricorda Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles?
9 ago 2007
Follow the white rabbit
That system is our enemy. When you're inside, you look around, what do you see? Businessmen, teachers, lawyers, carpenters. The very minds of people we're trying to save, but until we do, these people are still a part of that system and that makes them our enemy. You have to understand that most of these people are not ready to be unplugged. And many of them are so inert, so hopelessly dependent on the system that they will fight to protect it.
I know exactly what you mean. Let me tell you why you're here. You're here because you know something. What you know you can't explain, but you feel it. You've felt it your entire life. That there's something wrong with the world, you don't know what it is, but it's there. Like a splinter in your mind, driving you mad. It is this feeling that has brought you to me.
Do you know what I'm talking about?
I know exactly what you mean. Let me tell you why you're here. You're here because you know something. What you know you can't explain, but you feel it. You've felt it your entire life. That there's something wrong with the world, you don't know what it is, but it's there. Like a splinter in your mind, driving you mad. It is this feeling that has brought you to me.
Do you know what I'm talking about?
30 lug 2007
3 lug 2007
Le seconde linee
Ogni tanto mi vengono in mente partite del passato e riaffiorano calciatori a cui non pensavo da anni e che generano automaticamente un sorriso. Non è detto che fossero i piu' grandi della loro squadra, nè che abbiano segnato gol a grappoli. Il fatto è che se si pensa a quella squadra, in quell'anno, loro erano quelli che la rappresentavano al meglio, indipendentemente dai campioni con cui dividevano lo spogiatoio. La Juve di Vialli, Baggio e Ravanelli, oppure quella di Marocchi, Conte, Kohler? Il Milan di Sacchi e Capello o il Cagliari di Pato Aguilera? Per non parlare del Foggia di Zeman e del Parma di Scala...
Ecco alcuni nomi: Moreno Torricelli, Ruben Sosa, Francesco Ciccio Baiano, Thomas Brolin, Faustino Asprilla, Carlos Pato Aguilera, Jurgen Kohler e Julio Cesar, Cerezo e Pietro Vierchowod, Edmundo, Pluto Aldair, Pasquale Bruno, Nestor Sensini, Massimo Carrera, Angelo Soldatino Di Livio, tutto il Parma '90-'93 (Melli, Apolloni, Osio, Cuoghi, Crippa, Minotti, Mussi, DiChiara, Benarrivo, Zola, ...), Maurizio Ganz, ...
Ecco alcuni nomi: Moreno Torricelli, Ruben Sosa, Francesco Ciccio Baiano, Thomas Brolin, Faustino Asprilla, Carlos Pato Aguilera, Jurgen Kohler e Julio Cesar, Cerezo e Pietro Vierchowod, Edmundo, Pluto Aldair, Pasquale Bruno, Nestor Sensini, Massimo Carrera, Angelo Soldatino Di Livio, tutto il Parma '90-'93 (Melli, Apolloni, Osio, Cuoghi, Crippa, Minotti, Mussi, DiChiara, Benarrivo, Zola, ...), Maurizio Ganz, ...
2 lug 2007
Città che...
Londra, Berlino, Barcellona, Amsterdam: grandi città, con un'atmosfera tutta loro, che invogliano a trasferircisi. Le conosciamo tutti. Ci sono pero' una serie di posti piu' piccoli che fuori dalle guide e da ogni immaginazione si rivelano dei gioeillini. Vengono scoperti quasi per caso. Non ci organizzi la vacanza, ma magari ci capiti perchè sei di strada. Dimenticate Varese, Como, città del Lussemburgo, tanto altre piccole/medie città le doppiano in ogni campo (bellezza, concerti, cultura, parchi, ...). Mi vengono in mente Salamanca, Bergamo e Maastricht.
La prima l'abbiamo vista durante l'ultima vacanza in Spagna e mi ha colpito per essere antica ma ben conservata, piena di gente, con gli universitari nel parco sotto la cattedrale; Bergamo l'ho attraversata di sfuggita settimana scorsa prima di prendere l'aereo. Ero in grande anticipo e piuttosto che aspettare in aeroporto ho preso il pullman per la città alta. Non ci sono arrivato subito perchè c'era una festa della birra nel parco che dà sulle mura. Fatto rifornimento, un po' di fretta, ho girato il centro, conservato benissimo, con il cineforum nella piazza medievale e i negozi ancora aperti alle 9 di sera (di martedi). E infine Maastricht, ultimo avamposto olandese prima della noia belga. Ci sono stato Sabato con un mio amico. Lo scopo era ovviamente una visita ai coffee shop, pero' non siamo riusciti a non apprezzare anche il resto. Un fiume gigante la attraversa (il Maas) e al primo raggio di sole tutta la città si riversa negli innumerevoli caffè all'aperto. La gente si muove lenta, i camerieri sono tranquillissimi e in poco tempo ti senti calmo come non mai. Bevi una birra dal prezzo umano (1.8 €), giochi a scacchi, fumi un poco e il pomeriggio è volato. Certo, come tutte le città olandesi alle 9 cala il silenzio, ma probabilmente se sei del posto sai dove andare.
La prima l'abbiamo vista durante l'ultima vacanza in Spagna e mi ha colpito per essere antica ma ben conservata, piena di gente, con gli universitari nel parco sotto la cattedrale; Bergamo l'ho attraversata di sfuggita settimana scorsa prima di prendere l'aereo. Ero in grande anticipo e piuttosto che aspettare in aeroporto ho preso il pullman per la città alta. Non ci sono arrivato subito perchè c'era una festa della birra nel parco che dà sulle mura. Fatto rifornimento, un po' di fretta, ho girato il centro, conservato benissimo, con il cineforum nella piazza medievale e i negozi ancora aperti alle 9 di sera (di martedi). E infine Maastricht, ultimo avamposto olandese prima della noia belga. Ci sono stato Sabato con un mio amico. Lo scopo era ovviamente una visita ai coffee shop, pero' non siamo riusciti a non apprezzare anche il resto. Un fiume gigante la attraversa (il Maas) e al primo raggio di sole tutta la città si riversa negli innumerevoli caffè all'aperto. La gente si muove lenta, i camerieri sono tranquillissimi e in poco tempo ti senti calmo come non mai. Bevi una birra dal prezzo umano (1.8 €), giochi a scacchi, fumi un poco e il pomeriggio è volato. Certo, come tutte le città olandesi alle 9 cala il silenzio, ma probabilmente se sei del posto sai dove andare.
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Viaggi
19 giu 2007
Film ultimi 3 mesi
Proprio pochi film in questo trimestre e quasi tutti già visti. Tra i nuovi si nasconde qualche perla e una cocente delusione:
- "Bad taste, P. Jackson: il primo film del regista del Signore degli anelli. Prodotto a basso budget e in un paio di anni lavorando nei weekend è quanto di più splatter sia mai stato girato. La trama? Un gruppo di alieni capitalisti arriva sulla terra per procurarsi carne umana da vendere nei loro fast-food. Vernice rossa ovunque e personagi allucinati.
- "Shining", S. Kubrick: che dire? Capolavoro (ma il libro non era da meno).
- "Clerks", K. Smith: ennesima replica, doverosa.
- "Donnie Darko", R. Kelly: non importa quante volte lo guardi, questo film ha una storia incomprensibile. Su internet trovi varie spiegazioni, ma tutte troppo complesse. Secondo me per capirlo appieno bastano le atmosfere, l'alienazione dei personaggi e l'angosciante coniglio. Con questi elementi una trama ordinaria non è più necessaria.
- "Human traffic", J. Kerrigan: bella musica (dance), protagonisti strani e un paio di situazioni assolutamente realistiche. La storia di un gruppo di amici distrutti da lavori orribili ma pronti a devastarsi in un folle fine settimana. In puro stile Trainspotting, the week-end has landed.
- "Il grande Lebowsky", Coen brothers: ennesima replica, doverosa.
- "Slevin patto criminale", P. McGuigan: brutto. Ormai le copie di Snatch si sprecano. Niente di che, 10 euro che potevo investire meglio.
- "Pi, il teorema della follia", D. Aranofsky: la prima opera di Aranofky, scritto e diretto intorno ai 27 anni. Un misto di Tetsuo ed Eraserhead in salsa matematica. Girato con 60.000 $ è comunque un film notevole anche se non manca qualche ingenuità. Un giovane genio ossesionato dai numeri e dall'ordine, la cabala ebraica, il vecchio professore e gli squali della finanza. Gli ingredienti non sono male, mischiati in un bianco e nero specchio della pazzia del protagonista.
- "Requiem for a dream", D. Aranofsky: visto e rivisto, è il film dell'anno. Una regia alla frontiera, piena di riprese strane, scene accelerate, split-screen e una storia bellissima. La devastazione parallela del figlio e della madre, vittime di due dipendenze diverse ma dagli uguali devastanti effeti. Lui coinvolgerà la ragazza e l'amico nella sua affannosa ricerca di una dose, lei finisce per impazzire in attesa di coronare il sogno di un'apparizione TV. Un po' Trainspotting per le immagini, la bravura degli attori e il ruolo della musica. Non perde mai di ritmo e lascia una strana sensazione.
- "Monty Python e la ricerca del sacro Graal", T. Gilliam: ne avevo visto uno spezzone anni fa e da allora lo cerco su eBay. Finalmente l'ho trovato, ma che delusione! L'avevo visto in inglese e aveva un umorismo particolare, assolutamente unico e acuto. La versione italiana violenta l'originale. Un paio di battute sono fenomenali per la loro assurdità e tutte riguardano le noci di cocco.
- "Bad taste, P. Jackson: il primo film del regista del Signore degli anelli. Prodotto a basso budget e in un paio di anni lavorando nei weekend è quanto di più splatter sia mai stato girato. La trama? Un gruppo di alieni capitalisti arriva sulla terra per procurarsi carne umana da vendere nei loro fast-food. Vernice rossa ovunque e personagi allucinati.
- "Shining", S. Kubrick: che dire? Capolavoro (ma il libro non era da meno).
- "Clerks", K. Smith: ennesima replica, doverosa.
- "Donnie Darko", R. Kelly: non importa quante volte lo guardi, questo film ha una storia incomprensibile. Su internet trovi varie spiegazioni, ma tutte troppo complesse. Secondo me per capirlo appieno bastano le atmosfere, l'alienazione dei personaggi e l'angosciante coniglio. Con questi elementi una trama ordinaria non è più necessaria.
- "Human traffic", J. Kerrigan: bella musica (dance), protagonisti strani e un paio di situazioni assolutamente realistiche. La storia di un gruppo di amici distrutti da lavori orribili ma pronti a devastarsi in un folle fine settimana. In puro stile Trainspotting, the week-end has landed.
- "Il grande Lebowsky", Coen brothers: ennesima replica, doverosa.
- "Slevin patto criminale", P. McGuigan: brutto. Ormai le copie di Snatch si sprecano. Niente di che, 10 euro che potevo investire meglio.
- "Pi, il teorema della follia", D. Aranofsky: la prima opera di Aranofky, scritto e diretto intorno ai 27 anni. Un misto di Tetsuo ed Eraserhead in salsa matematica. Girato con 60.000 $ è comunque un film notevole anche se non manca qualche ingenuità. Un giovane genio ossesionato dai numeri e dall'ordine, la cabala ebraica, il vecchio professore e gli squali della finanza. Gli ingredienti non sono male, mischiati in un bianco e nero specchio della pazzia del protagonista.
- "Requiem for a dream", D. Aranofsky: visto e rivisto, è il film dell'anno. Una regia alla frontiera, piena di riprese strane, scene accelerate, split-screen e una storia bellissima. La devastazione parallela del figlio e della madre, vittime di due dipendenze diverse ma dagli uguali devastanti effeti. Lui coinvolgerà la ragazza e l'amico nella sua affannosa ricerca di una dose, lei finisce per impazzire in attesa di coronare il sogno di un'apparizione TV. Un po' Trainspotting per le immagini, la bravura degli attori e il ruolo della musica. Non perde mai di ritmo e lascia una strana sensazione.
- "Monty Python e la ricerca del sacro Graal", T. Gilliam: ne avevo visto uno spezzone anni fa e da allora lo cerco su eBay. Finalmente l'ho trovato, ma che delusione! L'avevo visto in inglese e aveva un umorismo particolare, assolutamente unico e acuto. La versione italiana violenta l'originale. Un paio di battute sono fenomenali per la loro assurdità e tutte riguardano le noci di cocco.
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Film
6 giu 2007
The king is back
Periodo piuttosto povero di stimoli. Gli ultimi due mesi sono stati un ritorno al passato. Dovevo preparare un esame piuttosto grosso (una sorta di ripassone generale di quanto studiato all'università) e quindi le giornate si sono incredibilmente accorciate. Finisco di lavorare alle 6, sonnelino fino alle 8, cena, internet e perdite tempo varie fino alle 10.30 e poi un 2-3 ore di studio. Chiaramente la mattina dopo non ero un fiore. La cosa brutta era che in tanti in ufficio lo stavano preparando e solitamente passano in pochi. Quindi grande competitività e quella tipica atmosfera da ufficio per cui sotto sotto si spera che l'altro faccia male per poter giustificare il proprio errore e/o magnificare la propria prestazione.
Comunque Sabato è tutto finito, almeno fino all'anno prossimo. Nel frattempo grande giro in Spagna/Portogallo: compagnia stupenda e alla mano, bei posti, gente nuova (personaggi) incontrata ogni sera e 7 giorni da ricordare. Sangria all'Ovella Negra, Mojito gigante nel baretto sudamericano a Madrid, bambini che giocano a pallone all'Escorial, cappelli e cappellini a Porto, ristorante indiano e festa del liceo a Lisbona, birretta e tanga a vista a Salamanca. E ancora, il gatto malefico a casa della Paola, il cameriere delle tapas, il tipo con 7 piercing, la frutta sulla Sagrada Familia (SPQS, direbbe Pietro), la birra a 70 centesimi alla Quema, il Taba deportato, l'uomo/donna vicino al ponte, il "sono 70 ore che non dormo", il guardeur e i pedofili, che devono bruciare tutti. Tutto perfetto, compresa la polizia e i 600 Euro che le abbiamo regalato, ma no pain, no gain.
Menzione d'onore alla colonna sonora del viaggio, tanto reggae che faceva da sottofondo a battute, fantasie erotiche, discorsi seri e preziosi momenti di silenzio. Due canzoni su tutte: Chetamina (autori sconosciuti, effetto delirante e quasi sempre in loop) e Runaway (Gentleman, per caricarsi).
... e adesso a Camogli, bene, bene...
Comunque Sabato è tutto finito, almeno fino all'anno prossimo. Nel frattempo grande giro in Spagna/Portogallo: compagnia stupenda e alla mano, bei posti, gente nuova (personaggi) incontrata ogni sera e 7 giorni da ricordare. Sangria all'Ovella Negra, Mojito gigante nel baretto sudamericano a Madrid, bambini che giocano a pallone all'Escorial, cappelli e cappellini a Porto, ristorante indiano e festa del liceo a Lisbona, birretta e tanga a vista a Salamanca. E ancora, il gatto malefico a casa della Paola, il cameriere delle tapas, il tipo con 7 piercing, la frutta sulla Sagrada Familia (SPQS, direbbe Pietro), la birra a 70 centesimi alla Quema, il Taba deportato, l'uomo/donna vicino al ponte, il "sono 70 ore che non dormo", il guardeur e i pedofili, che devono bruciare tutti. Tutto perfetto, compresa la polizia e i 600 Euro che le abbiamo regalato, ma no pain, no gain.
Menzione d'onore alla colonna sonora del viaggio, tanto reggae che faceva da sottofondo a battute, fantasie erotiche, discorsi seri e preziosi momenti di silenzio. Due canzoni su tutte: Chetamina (autori sconosciuti, effetto delirante e quasi sempre in loop) e Runaway (Gentleman, per caricarsi).
... e adesso a Camogli, bene, bene...
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Viaggi
16 apr 2007
Il proverbiale Lago nel pagliaio
Ho trovato la compagnia che fa per me. Adesso siamo un bel gruppetto. Venerdi' sera cenone (e quelli che cucinano ne capiscono, ve l'assicuro) + torneo di playstation + pokerino (ambiente fumoso, grappa a fiumi e puntate pesanti). Sabato il classico cazzeggio in giro per i parchi, concluso da sballo totale a casa del responsabile dell'altro ufficio (alle 21.30 ero già a letto e mi sono svegliato alle 11 del giorno dopo). Domenica alla ricerca di un lago, impossibile da trovare anche se abbiamo girato per quasi due ore ed era il lago piu' grande del minuscolo Lux. Menzione d'onore al baretto cubano in cui ci siamo fermati per bere un caffè: caldo torrido, locale ombreggiato, portoghesi oziosi e soprattutto tavolo da calcetto all'ingresso. Conclusione: ci abbiamo perso 45 minuti all'andata e 30 al ritorno, ma qualcosa mi dice che in settimana ci rivedranno.
Messaggio di servizio: fino a dopo il viaggio in Portogallo non ci saranno aggiornamenti. Purtroppo devo studiare per un esame all'inizio di Giugno e sono tremendamente indietro.
Au revoir.
Messaggio di servizio: fino a dopo il viaggio in Portogallo non ci saranno aggiornamenti. Purtroppo devo studiare per un esame all'inizio di Giugno e sono tremendamente indietro.
Au revoir.
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Lussemburgo
4 apr 2007
Il grasso cola e unge!! Che fluido benedetto!!
Il responsabile dell'ufficio di fianco al mio propone per il Venerdì Santo la cena Anarchica. Dove? All' A.R.C.I. di Arcore (500 metri dalla villa di Berlusconi). Menu? Scacciapreti, salsiccia e maialino da latte, il tutto accompagnato da vini pregiati quali l'Inferno, il Sangue di Giuda e il Lacrima Christi.
Nel mentre verranno proiettati video di Gaetano Bresci (l'anarchico tornato dagli Stati Uniti nel 1900 per uccidere a Monza il re d'Italia, Umberto I) e del frate finito sui giornali per aver girato un porno. Se qualcuno volesse partecipare, si tratta di circa 20 Euro.
Nel mentre verranno proiettati video di Gaetano Bresci (l'anarchico tornato dagli Stati Uniti nel 1900 per uccidere a Monza il re d'Italia, Umberto I) e del frate finito sui giornali per aver girato un porno. Se qualcuno volesse partecipare, si tratta di circa 20 Euro.
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Politica
20 mar 2007
Non solo sexy: il rossetto
Un estratto dal diario del Tenente Colonnello Mervin Willett Gonin, uno dei primi soldati britannici arrivati a liberare Bergen-Belsen nel 1945 (la seconda parte è notevole):
I can give no adequate description of the Horror Camp in which my men and myself were to spend the next month of our lives. It was just a barren wilderness, as bare as a chicken run. Corpses lay everywhere, some in huge piles, sometimes they lay singly or in pairs where they had fallen. It took a little time to get used to seeing men women and children collapse as you walked by them and to restrain oneself from going to their assistance. One had to get used early to the idea that the individual just did not count. One knew that five hundred a day were dying and that five hundred a day were going on dying for weeks before anything we could do would have the slightest effect. It was, however, not easy to watch a child choking to death from diptheria when you knew a tracheotomy and nursing would save it, one saw women drowning in their own vomit because they were too weak to turn over, and men eating worms as they clutched a half loaf of bread purely because they had to eat worms to live and now could scarcely tell the difference. Piles of corpses, naked and obscene, with a woman too weak to stand proping herself against them as she cooked the food we had given her over an open fire; men and women crouching down just anywhere in the open relieving themselves of the dysentary which was scouring their bowels, a woman standing stark naked washing herself with some issue soap in water from a tank in which the remains of a child floated. It was shortly after the British Red Cross arrived, though it may have no connection, that a very large quantity of lipstick arrived. This was not at all what we men wanted, we were screaming for hundreds and thousands of other things and I don't know who asked for lipstick. I wish so much that I could discover who did it, it was the action of genius, sheer unadulterated brilliance. I believe nothing did more for these internees than the lipstick. Women lay in bed with no sheets and no nightie but with scarlet red lips, you saw them wandering about with nothing but a blanket over their shoulders, but with scarlet red lips. I saw a woman dead on the post mortem table and clutched in her hand was a piece of lipstick. At last someone had done something to make them individuals again, they were someone, no longer merely the number tatooed on the arm. At last they could take an interest in their appearance. That lipstick started to give them back their humanity.
Source: Imperial War museum
I can give no adequate description of the Horror Camp in which my men and myself were to spend the next month of our lives. It was just a barren wilderness, as bare as a chicken run. Corpses lay everywhere, some in huge piles, sometimes they lay singly or in pairs where they had fallen. It took a little time to get used to seeing men women and children collapse as you walked by them and to restrain oneself from going to their assistance. One had to get used early to the idea that the individual just did not count. One knew that five hundred a day were dying and that five hundred a day were going on dying for weeks before anything we could do would have the slightest effect. It was, however, not easy to watch a child choking to death from diptheria when you knew a tracheotomy and nursing would save it, one saw women drowning in their own vomit because they were too weak to turn over, and men eating worms as they clutched a half loaf of bread purely because they had to eat worms to live and now could scarcely tell the difference. Piles of corpses, naked and obscene, with a woman too weak to stand proping herself against them as she cooked the food we had given her over an open fire; men and women crouching down just anywhere in the open relieving themselves of the dysentary which was scouring their bowels, a woman standing stark naked washing herself with some issue soap in water from a tank in which the remains of a child floated. It was shortly after the British Red Cross arrived, though it may have no connection, that a very large quantity of lipstick arrived. This was not at all what we men wanted, we were screaming for hundreds and thousands of other things and I don't know who asked for lipstick. I wish so much that I could discover who did it, it was the action of genius, sheer unadulterated brilliance. I believe nothing did more for these internees than the lipstick. Women lay in bed with no sheets and no nightie but with scarlet red lips, you saw them wandering about with nothing but a blanket over their shoulders, but with scarlet red lips. I saw a woman dead on the post mortem table and clutched in her hand was a piece of lipstick. At last someone had done something to make them individuals again, they were someone, no longer merely the number tatooed on the arm. At last they could take an interest in their appearance. That lipstick started to give them back their humanity.
Source: Imperial War museum
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Storie
4 mar 2007
Film Febbraio
Prima che mi si rompesse il lettore (adesso ho capito perchè costava solo 39 Euro) sono riuscito a vedermi un capolavoro, qualche buon film e un paio di delusioni.
- "Eyes wide shut", S. Kubrick: capolavoro. La prima volta che l'ho visto non mi aveva colpito come Arancia meccanica o Il dottor Stranamore, però era rimasto in sottofondo e per un paio di giorni continuavo a pensarci. L'ho riguardato e adesso lo metto assolutamente tra i film più belli che mi sia capitato di vedere. Colori e luci perfette, dialoghi brillanti, atmosfera quasi opprimente, una Nicole Kidman favolosa (e brillantissima nei contenuti extra) e un Tom Cruise passabile (e inguardabile nei contenuti extra). L'ansia e il tormento dei protagonisti si trasmettono interamente e Kubrick impreziosisce il tutto con alcune chicche favolose: le decorazioni natalizie che ricordano le corna, le musiche (tra cui il Requiem di Mozart) e il dialogo finale. Let's fuck.
- "Match point", W. Allen: me ne avevano parlato tutti troppo bene ed inevitabilmente non mi ha impressionato. E' tutto impeccabile, ma i personaggi mi sembrano muoversi un po' troppo per clichet: la ragazza di buona famiglia, il ragazzo affascinante ma con pochi soldi, l'amante nascosta... direi una copia di the talented Mr. Ripley, con pretese di citazione da Dostoevskij.
- "Good night and good luck", G. Clooney: è la storia di un giornalista (Edward Murrow) che si schiera contro la caccia alle streghe portata avanti dal senatore McCarthy in America negli anni '50. Il tema è interessante, ma la vicenda è stata sviluppata troppo poco, si conclude in fretta e non c'è ritmo. Non lo si può nemmeno considerare un documentario. Deludente.
- "Sognando Beckham", G. Chadha: non so perchè ho iniziato a vederlo (anzi lo so: Keira Knightley) ma non sono riusciuto a cambiare canale e me lo sono guardato. Una bella commedia su una ragazza indiana in Inghilterra che sfida la famiglia pur di poter giocare a calcio. Niente di pretenzioso, ma carino.
- "Toy story", J. Lasseter: stavo curando mio fratello e ce lo siamo visti. Non male.
- "Eyes wide shut", S. Kubrick: capolavoro. La prima volta che l'ho visto non mi aveva colpito come Arancia meccanica o Il dottor Stranamore, però era rimasto in sottofondo e per un paio di giorni continuavo a pensarci. L'ho riguardato e adesso lo metto assolutamente tra i film più belli che mi sia capitato di vedere. Colori e luci perfette, dialoghi brillanti, atmosfera quasi opprimente, una Nicole Kidman favolosa (e brillantissima nei contenuti extra) e un Tom Cruise passabile (e inguardabile nei contenuti extra). L'ansia e il tormento dei protagonisti si trasmettono interamente e Kubrick impreziosisce il tutto con alcune chicche favolose: le decorazioni natalizie che ricordano le corna, le musiche (tra cui il Requiem di Mozart) e il dialogo finale. Let's fuck.
- "Match point", W. Allen: me ne avevano parlato tutti troppo bene ed inevitabilmente non mi ha impressionato. E' tutto impeccabile, ma i personaggi mi sembrano muoversi un po' troppo per clichet: la ragazza di buona famiglia, il ragazzo affascinante ma con pochi soldi, l'amante nascosta... direi una copia di the talented Mr. Ripley, con pretese di citazione da Dostoevskij.
- "Good night and good luck", G. Clooney: è la storia di un giornalista (Edward Murrow) che si schiera contro la caccia alle streghe portata avanti dal senatore McCarthy in America negli anni '50. Il tema è interessante, ma la vicenda è stata sviluppata troppo poco, si conclude in fretta e non c'è ritmo. Non lo si può nemmeno considerare un documentario. Deludente.
- "Sognando Beckham", G. Chadha: non so perchè ho iniziato a vederlo (anzi lo so: Keira Knightley) ma non sono riusciuto a cambiare canale e me lo sono guardato. Una bella commedia su una ragazza indiana in Inghilterra che sfida la famiglia pur di poter giocare a calcio. Niente di pretenzioso, ma carino.
- "Toy story", J. Lasseter: stavo curando mio fratello e ce lo siamo visti. Non male.
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Film
Tutti pazzi per Blair
E' un politico che mi piace parecchio e con questa foto ha guadagnato un bel po' di punti. Ai tempi del liceo, evidentemente ubriaco ed esplicito nel gesto. Altro che Berlusconi che fa le corna...
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Politica
22 feb 2007
Moby Dick
Master of Puppets I'm pulling your strings
twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master, master
I Metallica? No, Andreotti. Senatore a vita, 88 anni, 7 volte Presidente del Consiglio, 21 volte ministro e ancora decisivo. Senza la sua astensione il Governo non sarebbe probabilmente caduto (quanti voti, oltre al suo, è ancora capace di mobilitare?) e ieri sera al posto di sorbirmi Vespa mi sarei guardato un DVD. twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master, master
Per adesso, se dovessi proprio scommettere, punterei tutto su una nuova gamba di legno per il buon comandante Ahab piuttosto che sull'arpionamento della Balena Bianca.
"Che Craxi sia uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto alla ricerca di un bicchier d'acqua. Per due volte Andreotti glielo ha riempito o porto. E per due volte lui lo ha bevuto." - I. Montanelli
"A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto." - G. Andreotti
"Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali." - G. Andreotti
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Politica
20 feb 2007
Furore
Ho appena finito di leggere "Furore" di John Steinbeck. Che dire, era da tempo che non mi capitava un libro del genere. Letto tutto di un fiato, in costante ansia per i protagonisti, è la storia (l'epopea) di una famiglia di contadini che lascia le sue terre e si muove verso la California, terra promessa che si rivelerà terra arida e inospitale. Non è un caso che continuo a ripetere la parola "terra". E' la base del racconto: origine, tradizione, mezzo di sostentamento, ma anche implacabile aguzzino, sordo alle preghiere dei poveri coloni, costretti alla fuga da una perdurante siccità e dal progresso, nella forma dal latifondo bancario e dalla temutissima trebbiatrice.
Un ritratto dell'America rurale degli anni Trenta, in piena Depressione, in cui la storia di una famiglia, i Joad, si intreccia con la Storia e con i continui intermezzi dell'autore. I valori semplici, la vita spartana e un ingenuo invito ad un comunismo dal tratto umano sono il corollario morale di quest'opera, sempre vivace anche se scritta in uno stile asciutto, scarno ma quanto mai efficace nel rendere atmosfera ed emozioni.
... gli uomini s'appoggiarono coi gomiti sulle staccionate e osservarono il granoturco rovinato, quasi secco ormai, con solo qualche strisciolina di verde sotto la pellicola di polvere. Gli uomini non parlavano e si muovevano appena. E le donne uscirono di casa e vennero a mettersi vicino ai loro uomini per sapere se era questa la volta che i loro uomini si sarebbero dati per vinti. [...]
Dopo un poco, i visi degli uomini perdettero la loro stupefatta perplessità ma acquistarono un'espressione dura, collerica, ostile. Allora le donne capirono che erano salvi, che gli uomini non si davano per vinti, e allora ardirono domandare: Cosa facciamo? e gli uomini risposero: Chi lo sa, ma le donne capirono che erano salvi [...] che nessun disastro era catastrofico se i loro uomini non si arrendevano.
... e da questo primo noi trae origine un altro e maggiore pericolo, che è rappresentato dalla somma dei due termini "ho qualcosa da mangiare" e "non ho da mangiare". Se il totale dà "abbiamo qualcosa da mangiare", allora la valanga si avvia, il movimento prende una direzione.
Un ritratto dell'America rurale degli anni Trenta, in piena Depressione, in cui la storia di una famiglia, i Joad, si intreccia con la Storia e con i continui intermezzi dell'autore. I valori semplici, la vita spartana e un ingenuo invito ad un comunismo dal tratto umano sono il corollario morale di quest'opera, sempre vivace anche se scritta in uno stile asciutto, scarno ma quanto mai efficace nel rendere atmosfera ed emozioni.
... gli uomini s'appoggiarono coi gomiti sulle staccionate e osservarono il granoturco rovinato, quasi secco ormai, con solo qualche strisciolina di verde sotto la pellicola di polvere. Gli uomini non parlavano e si muovevano appena. E le donne uscirono di casa e vennero a mettersi vicino ai loro uomini per sapere se era questa la volta che i loro uomini si sarebbero dati per vinti. [...]
Dopo un poco, i visi degli uomini perdettero la loro stupefatta perplessità ma acquistarono un'espressione dura, collerica, ostile. Allora le donne capirono che erano salvi, che gli uomini non si davano per vinti, e allora ardirono domandare: Cosa facciamo? e gli uomini risposero: Chi lo sa, ma le donne capirono che erano salvi [...] che nessun disastro era catastrofico se i loro uomini non si arrendevano.
... e da questo primo noi trae origine un altro e maggiore pericolo, che è rappresentato dalla somma dei due termini "ho qualcosa da mangiare" e "non ho da mangiare". Se il totale dà "abbiamo qualcosa da mangiare", allora la valanga si avvia, il movimento prende una direzione.
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Libri
11 feb 2007
Film Gennaio
Gennaio è stato un mese interessante: pochi classici ma tanti film del sottobosco cult.
- "C'era una volta in Messico", R. Rodriguez: pistolero! Un film che alla prima visione può sembrare solamente una serie di situazioni improbabili ma che più lo rivedi e più ti accorgi con piacere che è una serie di situazioni improbabili. Grandissimo Johnny Depp, perfetto agente della CIA (lo dice anche la sua maglietta) e contenuti speciali di Rodriguez che spiega come cucinare il suo piatto preferito. Frase memorabile pronunciata da uno dei mariachi: "l'uomo che non desidera nulla è invincibile, cabron".
- "Bernie", A. Dupontel: me lo ha passato una mia collega, sostenendo che dovevo assolutamente vederlo, visto che ha il titolo come il mio cognome. Storia allucinata di un tipo che esce da un orfanatrofio/manicomio e decide di trovare i suoi genitori. Raccontato come una fiaba o un cartone animato, ha dei momenti di follia e alcune situazioni abbastanza comiche. Carino ma troppo francese.
- "Clerks", K. Smith: stupendo!! Era da anni che lo volevo vedere, ma non riuscivo a trovarlo. Finalmente mi sono deciso a scaricarlo da internet e mi si sono aperti gli occhi. Girato con 25.000$ e con un set ridotto (2 negozi: una videoteca e un minimarket), è un concentrato di cinismo, comicità, cattiveria e personaggi improponibili. Il film racconta una giornata di due commessi, frustrati nel loro lavoro ma capaci di prendersi le loro rivincite a spese dei clienti. Ricordate: "just because they serve you, doesn't mean they like you".
- "Ogni maledetta domenica", O. Stone: un grandissimo Al Pacino e la regia di O. Stone danno vita ad un gran bel flm sul football americano. Incalzante la colonna sonora e commuovente il discorso negli spogliatoi. "Inch by inch, gentlemen".
- "La guerra lampo dei fratelli Marx", L. McCarey: dei fratelli Marx avevo già letto un libro e mi avevano entusiasmato. Il film è molto meno coinvolgente, ma dobbiamo tener conto che risale al 1933. Il non senso regna sovrano e alcune gag sono di prim'ordine. Andrebbe riguardato in inglese, ma cogliere tutti i giochi di parole e le incalzanti battute penso sia praticamente impossibile.
- "Cars", J. Lasseter: adesso capisco perchè il mio fratellino continuava a parlarne: è un film spaziale!! Bella la storia, non scontato il finale e gran ritmo nei momenti delle gare. Menzione d'onore a Luigi, il meccanico delle Ferrari.
- "C'era una volta in Messico", R. Rodriguez: pistolero! Un film che alla prima visione può sembrare solamente una serie di situazioni improbabili ma che più lo rivedi e più ti accorgi con piacere che è una serie di situazioni improbabili. Grandissimo Johnny Depp, perfetto agente della CIA (lo dice anche la sua maglietta) e contenuti speciali di Rodriguez che spiega come cucinare il suo piatto preferito. Frase memorabile pronunciata da uno dei mariachi: "l'uomo che non desidera nulla è invincibile, cabron".
- "Bernie", A. Dupontel: me lo ha passato una mia collega, sostenendo che dovevo assolutamente vederlo, visto che ha il titolo come il mio cognome. Storia allucinata di un tipo che esce da un orfanatrofio/manicomio e decide di trovare i suoi genitori. Raccontato come una fiaba o un cartone animato, ha dei momenti di follia e alcune situazioni abbastanza comiche. Carino ma troppo francese.
- "Clerks", K. Smith: stupendo!! Era da anni che lo volevo vedere, ma non riuscivo a trovarlo. Finalmente mi sono deciso a scaricarlo da internet e mi si sono aperti gli occhi. Girato con 25.000$ e con un set ridotto (2 negozi: una videoteca e un minimarket), è un concentrato di cinismo, comicità, cattiveria e personaggi improponibili. Il film racconta una giornata di due commessi, frustrati nel loro lavoro ma capaci di prendersi le loro rivincite a spese dei clienti. Ricordate: "just because they serve you, doesn't mean they like you".
- "Ogni maledetta domenica", O. Stone: un grandissimo Al Pacino e la regia di O. Stone danno vita ad un gran bel flm sul football americano. Incalzante la colonna sonora e commuovente il discorso negli spogliatoi. "Inch by inch, gentlemen".
- "La guerra lampo dei fratelli Marx", L. McCarey: dei fratelli Marx avevo già letto un libro e mi avevano entusiasmato. Il film è molto meno coinvolgente, ma dobbiamo tener conto che risale al 1933. Il non senso regna sovrano e alcune gag sono di prim'ordine. Andrebbe riguardato in inglese, ma cogliere tutti i giochi di parole e le incalzanti battute penso sia praticamente impossibile.
- "Cars", J. Lasseter: adesso capisco perchè il mio fratellino continuava a parlarne: è un film spaziale!! Bella la storia, non scontato il finale e gran ritmo nei momenti delle gare. Menzione d'onore a Luigi, il meccanico delle Ferrari.
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Film
5 feb 2007
... i bar di Madrid ...
Che bello andare per i bar di Madrid.
Non è come in Italia che si va in un posto e si fa la muffa lì. Qui si incomincia con una caña di cerveza ad un bar, per poi passare al successivo sempre bevendosi una cañita e così se ne percorrono molti (con evidente lentezza crescente nel cammino da un bar all'altro).
I bar sono pieni di gente che beve e parla, parla, parla, ma così tanto che mi chiedo che avranno da dirsi tutta la notte, ed intanto beve e si toma (mangia) le tapas, che è una cosa che a me piace un sacco. Si ordinano 2 o 3 piatti e ti portano un numero di forchette pari al numero di partecianti alle tapas (sembra un gioco) e così si mangia tutti dagli stessi piatti, come in Cina, in un'atmosfera molto conviviale. La cosa strana è che qui i "rifiuti" si gettano tranquillamente a terra...
E davvero Madrid è la città dei bar perchè credo che ci sia un bar per numero di abitanti superiore alla media d'Europa! Più o meno si può dire che ci sia un bar a persona! Bar-prosciutteria, bar-cervezeria, bar-cidreria, bar-preserata, pre-postserata, bar-vineria, bar-desayuno (colazioni), bar-tasca, bar-restaurante, bar belli, bar feissimi (orribili), bar storici, bar nuovi all'ultima moda, bar cari, bar barati (economici)... l'itañolo come lo chiamano qui si sta manifestando... Comunque bar ovunque, per tutti i gusti. E la cosa incredibile è che tutti sono sempre pieni. E' che qui la gente se la prende un pò più tranquillamente ed anche le donne si concedono un goccetto. Non ti addocchiano come ubriacona se ti fai una birra al giorno e nemmeno però si ha l'impressione triste del bianco sporco al bancone dei nostri bar.
La domenica a mezzogiorno poi la gente esce, soprattutto per la zone della Latina e del Rastro,il famoso mercato di Madrid, e si gode (ma davvero) il giorno del Signore! Tutti fuori, ma ad un orario che per mia madre sarebbe bestemmia, non prima delle 11-12, camminata, giretto, nuovo giro di tapas e aperitivi, ci si vive la città e la gente che in un giorno si riversa per le strade non di fretta, ma con il gusto della lentezza.
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Viaggi
25 gen 2007
Riszard Kapuscinsky
Ieri è morto Ryszard Kapuscinsky, uno dei più grandi gionalisti/reporter del nostro tempo. Ho letto un paio di suoi libri e mi hanno veramente affascinato, pieni come sono di Storia e storie, di aneddoti e di leggende, di luoghi e di persone. Un incredibile e inarrivabile mix di preparazione, colpo d'occhio e totale immersione nei luoghi in cui soggiornava, rese con uno stile senza fronzoli e chiarissimo.
E' un modo di fare giornalismo che è forse definitivamente scomparso e che senz'altro da qualche decennio non va più di moda. Sui giornali sono sempre più rari reportage e notizie dall'altro mondo e soprattutto sono sempre di meno i corrispondenti dal posto, capaci di andare oltre alla cronaca, per raccontare le loro esperienze e dare un punto di vista indigeno.
Un altro grande se ne va unendosi agli altri grandi scomparsi negli ultimi 5 anni: Montanelli, Terzani, la Fallaci. Chiavi di interpretazione della realtà che mancano e saranno difficilmente sostituibili.
E' un modo di fare giornalismo che è forse definitivamente scomparso e che senz'altro da qualche decennio non va più di moda. Sui giornali sono sempre più rari reportage e notizie dall'altro mondo e soprattutto sono sempre di meno i corrispondenti dal posto, capaci di andare oltre alla cronaca, per raccontare le loro esperienze e dare un punto di vista indigeno.
Un altro grande se ne va unendosi agli altri grandi scomparsi negli ultimi 5 anni: Montanelli, Terzani, la Fallaci. Chiavi di interpretazione della realtà che mancano e saranno difficilmente sostituibili.
20 gen 2007
4.20
"My route must have been far from straight, for it seemed hours before I was free of the mirage-plant's pervasive influence... When I did get wholly clear I looked at my watch and was astonished to find that the time was only 4:20". Una citazione da Lovecraft che potrebbe essere all'origine di un modo di dire che forse non si conosce in Italia. Nello slang americano il numero 420 (pronuncia four-twenty) stà comunemente a significare la marijuana e tutto quello che vi è legato (essere sballato, consumarla, averne, ...). Il termine nasce negli anni Settanta, da un gruppo di studenti californiani che regolarmente si riunivano a quell'ora a fumare e da allora è cresciuto in popolarità, fino ad entrare nel gergo comune e in numerosi film o brani musicali.
Su http://en.wikipedia.org/wiki/420_(cannabis_culture) vari dettagli, ma vi segnalo alcune chicche (coincidenze o citazioni). Se vi siete incuriositi e ne trovate altre, postatele come commento:
- piu' di una volta, gli orologi in Pulp Fiction sono fermi alle 4.20;
- il primo attacco di batteria in Stairway to Heaven avviene dopo 4 minuti e 20 secondi;
- il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie ha sul cappello il numero 420;
- in una puntata andata in onda il 20 Aprile (4/20) 1999, Homer Simpson ricorda a Ned Flanders che Barney compie gli anni proprio il 20 Aprile. Nella stessa puntata, all'interno di un casinò, il jackpot segna $420.000;
- Bob Dylan scrive Rainy Day Women #12 & #35 (12 per 35 = 420), in cui il coro canta "everybody must get stoned";
- In Paradise City dei Guns N'Roses, il verso "where the grass is green" compare ai 4' e 20";
- Il muro che separava i Pink Floyd dal pubblico durante il tour The Wall era composto da 420 mattoni.
Su http://en.wikipedia.org/wiki/420_(cannabis_culture) vari dettagli, ma vi segnalo alcune chicche (coincidenze o citazioni). Se vi siete incuriositi e ne trovate altre, postatele come commento:
- piu' di una volta, gli orologi in Pulp Fiction sono fermi alle 4.20;
- il primo attacco di batteria in Stairway to Heaven avviene dopo 4 minuti e 20 secondi;
- il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie ha sul cappello il numero 420;
- in una puntata andata in onda il 20 Aprile (4/20) 1999, Homer Simpson ricorda a Ned Flanders che Barney compie gli anni proprio il 20 Aprile. Nella stessa puntata, all'interno di un casinò, il jackpot segna $420.000;
- Bob Dylan scrive Rainy Day Women #12 & #35 (12 per 35 = 420), in cui il coro canta "everybody must get stoned";
- In Paradise City dei Guns N'Roses, il verso "where the grass is green" compare ai 4' e 20";
- Il muro che separava i Pink Floyd dal pubblico durante il tour The Wall era composto da 420 mattoni.
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Storie
14 gen 2007
Attenti al morto!
Un articolo di Efraim Medina Reyes pubblicato su Internazionale del 21 Dicembre 2006. Secondo me è un mix tra Wu Ming, Snatch e Desperado. Un po' lungo, ma ne vale la pena:
"Ehi Zurdo, colpiscilo alla testa! Non senti, figlio di puttana, alla testa!", ripete Manni, sul punto di sgolarsi. Poi sussurra all'orecchio del suo assistente: "Che sta succedendo con questo maledetto morto?". Mentre parla gli scuote il braccio con violenza. "Che cazzo vuole questo figlio di puttana d'un morto?".
L'assistente di Manni sta per rispondere ma in quell'istante un merda! unanime fa tremare le gradinate. Manni, a bocca aperta, volge lo sguardo verso il ring. Sugli spalti c'è un breve momento di silenzio, e subito dopo una ragazza con i capelli tinti di rosso, una vecchia e due bambini cominciano a festeggiare.
Il "morto" rimane al centro del ring senza alzare le braccia e con lo sguardo fisso su Zurdo. Zurdo, il pupillo di Manni, giace sul tappeto, rigido come un tronco abbandonato sulla spiaggia. Nell'angolo del "morto" non si muove nessuno. Manni cerca di salire sul ring ma il suo enorme sedere rimane incastrato tra le corde e l'assistente deve spingerlo, suscitando le risate del pubblico. Manni scavalca Zurdo e tra proteste e spintoni mette il "morto" alle corde.
... continua (un altra cinquantina di righe)
"Ehi Zurdo, colpiscilo alla testa! Non senti, figlio di puttana, alla testa!", ripete Manni, sul punto di sgolarsi. Poi sussurra all'orecchio del suo assistente: "Che sta succedendo con questo maledetto morto?". Mentre parla gli scuote il braccio con violenza. "Che cazzo vuole questo figlio di puttana d'un morto?".
L'assistente di Manni sta per rispondere ma in quell'istante un merda! unanime fa tremare le gradinate. Manni, a bocca aperta, volge lo sguardo verso il ring. Sugli spalti c'è un breve momento di silenzio, e subito dopo una ragazza con i capelli tinti di rosso, una vecchia e due bambini cominciano a festeggiare.
Il "morto" rimane al centro del ring senza alzare le braccia e con lo sguardo fisso su Zurdo. Zurdo, il pupillo di Manni, giace sul tappeto, rigido come un tronco abbandonato sulla spiaggia. Nell'angolo del "morto" non si muove nessuno. Manni cerca di salire sul ring ma il suo enorme sedere rimane incastrato tra le corde e l'assistente deve spingerlo, suscitando le risate del pubblico. Manni scavalca Zurdo e tra proteste e spintoni mette il "morto" alle corde.
... continua (un altra cinquantina di righe)
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Storie
8 gen 2007
Vade retro
Quando un cane mi si avvicina sembra che noti immediatamente la mia antipatia per la sua razza. Gira intorno, viene a controllare e percepisci una sorta di ostilità. Magari poi viene distratto da quelli che vogliono giocare con lui, però sa che sei li, ti cura.
Ecco, secondo me la città di Lussemburgo si comporta allo stesso modo. Nota l'ostilità e cerca di respingerti. Lo fa con la noia, il maltempo, la lingua, ma con me aggiunge anche l'aereo. Negli ultimi 5 viaggi tutto è andato bene solamente una volta. Per il resto solo lunghe odissee:
- 16 Settembre: mi sveglio un poco tardi, partiamo quasi in orario, ma un incidente nell'unico punto in cui può causare un blocco di 75 minuti ci impedisce di arrivare in tempo. Peccato per la sveglia alle 4 e per i 50 Euro del volo. Riprovo il giorno dopo;
- 17 Settembre: per precauzione mi sveglio alle 3.45, guidiamo velocissimi e arriviamo con grande anticipo. E' fatta? Neanche per sogno: sull'aeroporto di Francoforte cala la nebbia e ci fanno atterrare a Saarbrucken. Naturalmente io stavo ascoltando la musica e me ne sono accorto solo a terra, senza avere la minima idea di dove fosse Saarbrucken (cosa che tra l'altro ignoro ancora);
- 12 Novembre: partenza come al solito alle 4.15 e stranamente niente problemi fino a Milano. Poi si scatena l'inferno, con la Milano-Bergamo chiusa per lavori e nessuna indicazione comprensibile. Giriamo la periferia est di Milano, chiedendo informazioni ai più improbabili animali della notte, mia mamma si esalta nei sorpassi e miracolosamente arriviamo al check-in 10 minuti prima che chiuda. Adrenalinico.
- 1 Gennaio: visto che al mattino è problematico, meglio partire alla sera, direte voi. E questo è quello che si è provato a fare. Tutto sembra andare bene, ma verso le 21.00 le prima avvisaglie della maledizione si fanno vedere: nell'altra corsia una coda di quasi 10 chilometri per un incidente, sale la nebbia e sbagliamo l'uscita ad Orio (con mio papà che dopo il casello, ancora in autostrada, fa inversione a U e ferma una macchina nella direzione opposta per chiedere informazioni...). E infine le fatidiche parole del corvo (sempre mio papà): "con questa nebbia, speriamo che l'aereo parta".... Non l'avesse mai detto: l'aereo ha quasi due ore di ritardo, il che significa navetta persa a Francoforte e pernottamento in aeroporto fino alle 4.30. Provo a dormire sulle scomodissime sedie dell'area di attesa, riesco a chiudere gli occhi per un'oretta sul bus ed entro in casa alle 6.15. Una bella dormita di un'ora e mezza e poi fresco come una rosa in ufficio.... la prossima volta si va in treno.
Ecco, secondo me la città di Lussemburgo si comporta allo stesso modo. Nota l'ostilità e cerca di respingerti. Lo fa con la noia, il maltempo, la lingua, ma con me aggiunge anche l'aereo. Negli ultimi 5 viaggi tutto è andato bene solamente una volta. Per il resto solo lunghe odissee:
- 16 Settembre: mi sveglio un poco tardi, partiamo quasi in orario, ma un incidente nell'unico punto in cui può causare un blocco di 75 minuti ci impedisce di arrivare in tempo. Peccato per la sveglia alle 4 e per i 50 Euro del volo. Riprovo il giorno dopo;
- 17 Settembre: per precauzione mi sveglio alle 3.45, guidiamo velocissimi e arriviamo con grande anticipo. E' fatta? Neanche per sogno: sull'aeroporto di Francoforte cala la nebbia e ci fanno atterrare a Saarbrucken. Naturalmente io stavo ascoltando la musica e me ne sono accorto solo a terra, senza avere la minima idea di dove fosse Saarbrucken (cosa che tra l'altro ignoro ancora);
- 12 Novembre: partenza come al solito alle 4.15 e stranamente niente problemi fino a Milano. Poi si scatena l'inferno, con la Milano-Bergamo chiusa per lavori e nessuna indicazione comprensibile. Giriamo la periferia est di Milano, chiedendo informazioni ai più improbabili animali della notte, mia mamma si esalta nei sorpassi e miracolosamente arriviamo al check-in 10 minuti prima che chiuda. Adrenalinico.
- 1 Gennaio: visto che al mattino è problematico, meglio partire alla sera, direte voi. E questo è quello che si è provato a fare. Tutto sembra andare bene, ma verso le 21.00 le prima avvisaglie della maledizione si fanno vedere: nell'altra corsia una coda di quasi 10 chilometri per un incidente, sale la nebbia e sbagliamo l'uscita ad Orio (con mio papà che dopo il casello, ancora in autostrada, fa inversione a U e ferma una macchina nella direzione opposta per chiedere informazioni...). E infine le fatidiche parole del corvo (sempre mio papà): "con questa nebbia, speriamo che l'aereo parta".... Non l'avesse mai detto: l'aereo ha quasi due ore di ritardo, il che significa navetta persa a Francoforte e pernottamento in aeroporto fino alle 4.30. Provo a dormire sulle scomodissime sedie dell'area di attesa, riesco a chiudere gli occhi per un'oretta sul bus ed entro in casa alle 6.15. Una bella dormita di un'ora e mezza e poi fresco come una rosa in ufficio.... la prossima volta si va in treno.
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Lussemburgo
5 gen 2007
Film Ottobre-Novembre-Dicembre
OTTOBRE:
- "Hostel", E. Roth: uno dei film piu' brutti mai girati. Dialoghi e battute di livello elementare, horror di bassissima lega (quando c'è) e Tarantino che si è sporcato il nome sponsorizzandolo.
- "Il padrino (II)", F.F. Coppola.
- "Kill Bill (I)", Q. Tarantino.
- "Il dottor Stranamore", S. Kubrick.
- "Le conseguenze dell'amore", P. Sorrentino.
NOVEMBRE:
- "V per vendetta", J. McTeigue: bel film, con una trama interessante e immagini carine, peccato che sia un'incompiuta. Vorrei leggere il fumetto da cui è tratto, perchè probabilmente colma alcune lacune. Di certo non è il nuovo Matrix, ma il genere dittatura dei media e poteri corrotti che confondono le masse mi piace sempre.
- "C'era una volta in America", S. Leone.
- "Viulentemente mia", C. Vanzina.
- "Face-off", J. Woo.
DICEMBRE:
- "La fabbrica del cioccolato", T. Burton: cattivo quasi come Mars attack!. Grande Tim!
- "Layer cake", M. Vaughn.
- "Alien", R. Scott: girato nel '79 è un capostipite della fantascienza. Posso solo immaginare che effetto abbia fatto appena uscito nelle sale. Il mostro compare solo un paio di volte, ma tiene in tensione costante per tutto il film. Scura al punto giusto la fotografia e ruolo fondamentale dei rumori di fondo. Agghiacciante;
- "Shogun", J. London.
- "Quarto potere", O. Welles.
- "The prestige", C. Nolan: la sorpresa del mese. Il trailer pubblicitario lasciava presagire qualcosa di bello, però è stato assolutamente superiore alle attese. Ambientato a Londra alla fine dell'800, racconta la storia di due maghi/illusionisti che si danno battaglia sul palcoscenico e nella vita reale. Pieno di colpi di scena, colpisce per i colori, i costumi e la trama fitta e immaginosa. E' tutto imperniato su numerosi conflitti: l'abilità contro la presenza scenica, la magia contro l'ingegneria che ci stà dietro, la vita reale contro il palcoscenico, il tema del doppio. Se poi tra gli attori c'è anche David Bowie... abracadabra.
- "Hostel", E. Roth: uno dei film piu' brutti mai girati. Dialoghi e battute di livello elementare, horror di bassissima lega (quando c'è) e Tarantino che si è sporcato il nome sponsorizzandolo.
- "Il padrino (II)", F.F. Coppola.
- "Kill Bill (I)", Q. Tarantino.
- "Il dottor Stranamore", S. Kubrick.
- "Le conseguenze dell'amore", P. Sorrentino.
NOVEMBRE:
- "V per vendetta", J. McTeigue: bel film, con una trama interessante e immagini carine, peccato che sia un'incompiuta. Vorrei leggere il fumetto da cui è tratto, perchè probabilmente colma alcune lacune. Di certo non è il nuovo Matrix, ma il genere dittatura dei media e poteri corrotti che confondono le masse mi piace sempre.
- "C'era una volta in America", S. Leone.
- "Viulentemente mia", C. Vanzina.
- "Face-off", J. Woo.
DICEMBRE:
- "La fabbrica del cioccolato", T. Burton: cattivo quasi come Mars attack!. Grande Tim!
- "Layer cake", M. Vaughn.
- "Alien", R. Scott: girato nel '79 è un capostipite della fantascienza. Posso solo immaginare che effetto abbia fatto appena uscito nelle sale. Il mostro compare solo un paio di volte, ma tiene in tensione costante per tutto il film. Scura al punto giusto la fotografia e ruolo fondamentale dei rumori di fondo. Agghiacciante;
- "Shogun", J. London.
- "Quarto potere", O. Welles.
- "The prestige", C. Nolan: la sorpresa del mese. Il trailer pubblicitario lasciava presagire qualcosa di bello, però è stato assolutamente superiore alle attese. Ambientato a Londra alla fine dell'800, racconta la storia di due maghi/illusionisti che si danno battaglia sul palcoscenico e nella vita reale. Pieno di colpi di scena, colpisce per i colori, i costumi e la trama fitta e immaginosa. E' tutto imperniato su numerosi conflitti: l'abilità contro la presenza scenica, la magia contro l'ingegneria che ci stà dietro, la vita reale contro il palcoscenico, il tema del doppio. Se poi tra gli attori c'è anche David Bowie... abracadabra.
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Film
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